Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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giovedì 20 giugno 2013

10. Nota su: America Latina: isola di pace?

Nota  a margine di Filomena Guglielmi*

Durante la conferenza “America Latina: isola di pace?”  , l’analista strategico Alessandro Politi ha sollevato alcune questioni molto interessanti. Iniziando col sottolineare che, anche se si parla di America Latina come “isola di pace”, è bene ricordare che di “isola” non si tratta e non può trattarsi in quanto uno degli aspetti di cui tenere, conto oltre all’ influenza nel Continente della crisi dei “gemelli sinoamericani” , è quello delle interconnessioni  che conducono (o vorrebbero condurre) ad una coesione regionale vedendo emergere con tutta la loro forza  gli ormai diffusissimi social network ed è significativo -spiega Politi-  che alcuni Paesi, come il Brasile, abbiano le proprie reti sociali che sono specchi culturali e al tempo stesso piattaforme di controllo e di informazioni ed è chiaro che chi le ha, possiede un vantaggio commerciale in più. Secondo punto su cui il dott. Politi sposta l’attenzione è la questione “sviluppo-ambiente”, che vede l’America Latina alle prese con il realizzare infrastrutture e il preservare la propria, vasta risorsa ambientale; inoltre l’analista Politi suggerisce di guardare alla questione indigena come un’importante opportunità per ridisegnare il processo di sviluppo. Infine, last not least,  l’ultima problematica affrontata durante l’intervento è quella della criminalità, o meglio della geomafiosità, che si fa sempre più strada nelle economie in crescita, corrompendole e destabilizzandole.

* Dott.ssa Filomena Guglielmi, Ricercatrice Associata, Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), e mail: filo.guglielmi@gmail.com


9. Cronaca del Seminario sull'America Latina in data 11 giugno 2013.



Il Presidente del Casd, Amm. Sq.Rolando Veri

Il Presidente della Associazione Seniores dello IASD   Marcantonio Trevisani
Il Segretario Generale Massimo Coltrinari e la Socia Fondatrice  della Associazione Seniores IASD
Enrica Preti


UN parte dell'Aula Multimediale del Centro Alti Studi della  Difesa
La Cronaca del seminario è possibile leggerla utilizzando il seguente sito:
della-conferenza-di-palazzo-salviati/

8. Le risorse strategiche dell' America Latina.


 
Nota di Alessandra Caruso*
Nel corso della Conferenza “Sudamerica: isola di pace?”, organizzata dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) assieme a ISTRID e all’Associazione Seniores dello IASD e ospitata dal Centro Alti Studi della Difesa (CASD), l’intervento del Dott. Francesco Leone si è focalizzato sull’analisi delle risorse strategiche boliviane. In particolare sono state analizzate le potenzialità della Salar de Uyuni e la Salar de Coipasa, due grandi saline presenti nel territorio boliviano al di sotto delle quali sono presenti ingenti quantità di litio.
Il carbonato di litio è utilizzato dall’industria farmaceutica per la cura di disturbi bipolari, dall’industria elettronica per  la produzione di batterie agli ioni di litio e soprattutto in campo ingegneristico per la costruzione di sommergibili e navicelle spaziali in virtù della capacità del litio di assorbire anidride carbonica.
Il litio può essere considerata dunque una risorsa strategica, ambita non solo dagli Stati Uniti ma anche dalle potenze asiatiche, in particolare dalla Corea del Sud (a Uyuni) e dalla Cina (a Coipasa). Negli ultimi anni ha avuto inizio una prima “industrializzazione” del litio che garantisce la prima fase di lavorazione del prodotto in patria.
La Cina, in particolare, è divenuta uno dei principali interlocutori boliviani per lo sviluppo e la partnership in campi strategici grazie al trasferimento del know-how necessario allo sfruttamento delle risorse. Nel 2011 è stato raggiunto un accordo tra i due paesi per sviluppare un nuovo progetto satellitare, il “Tupac Katari”, finanziato all’85% dalla Cina come credito. Il progetto ha lo scopo di munire la Bolivia di un proprio satellite per le telecomunicazioni ed il lancio è previsto per il 2013.

La costante richiesta di litio boliviano fa luce sui reali interessi della Cina verso le cosiddette “terre rare” - un gruppo di 17 elementi chimici utilizzati dall’industria avanzata per la produzione di beni di largo consumo – al fine di acquisire lo status di potenza innovativa entro il 2020 e di potenza tecnologica nel 2050. La partnership tra i due paesi pone dunque molti interrogativi alla luce di interessi privatistici della Cina che rischierebbero di inghiottire il sistema boliviano.

* Dottoressa. Master in Strategia Globale e Sicurezza. (email:alexia.caruso@libero.it)

7. Il ruolo giocato dall’Argentina nel processo di integrazione del Sub Continente

Nota di Filippo Romeo*
Martedì 11 giugno u.s., all’interno del prestigiosissimo Palazzo Salvati sede del CASD, ha avuto luogo la conferenza “America Latina Isola di Pace” che ha visto coinvolti nelle vesti di relatori illustri rappresentanti istituzionali e prestigiosi analisti, i quali hanno messo in luce il processo di trasformazione che sta interessando il continente latinoamericano. In particolare, si è posto l’accento sul fatto che nell’ultimo periodo il processo di integrazione ha avuto un considerevole sviluppo determinato, principalmente, dal nuovo assetto geopolitico che si va delineando a livello mondiale. Tale nuova architettura, efficacemente riassunta nella espressione “uni-multipolarismo” (coniata dall’Istituto Alti Studi Geopolitici – IsAG –) ha rimescolato gli equilibri geopolitici su scala mondiale e consentito al continente di riemergere, ritagliandosi un ruolo da protagonista in chiara rottura con quella tradizione colonialista che faceva dell’America Latina il “cortile di casa” statunitense. Fondamentale, al riguardo, sono stati – per come magistralmente evidenziato nel corso della conferenza dal Min. Plen. Carlos Cherniak (Ambasciata della Repubblica Argentina) – il ruolo dei nuovi governi “progressisti” che hanno saputo cogliere l’occasione per scompaginare la geografia politica della regione creandole, al contempo, una ghiotta opportunità di decollo. In particolare, l’Ambasciatore dopo aver messo in luce la drammaticità della crisi democratica generata durante gli anni ‘80 e ‘90 del XX secolo dal “Consenso di Washington” – che, com’è noto, ha marginalizzato i paesi latinoamericani e il ruolo dello Stato – ha incisivamente osservato come la nuova epoca iniziata all’incirca con il XXI secolo è stata attraversata da un’ondata di cambiamento «capace di spezzare quella asimmetria che caratterizzava il rapporto tra Stati Uniti e i paesi latinoamericani». Tale cambiamento – ha proseguito l’Ambasciatore – ha rappresentato l’incipit di un processo di autonomia e di creazione di uno spazio comune da cui è nato l’UNASUR. Emblematico a tal proposito è stato il ruolo avuto dall’Argentina che è giunta ad assaporare un processo di trasformazione democratica «dopo una brutale dittatura civico-militare che ha perseguito un processo neoliberista che ha portato, nel corso degli anni, al default economico pagato a caro prezzo dal Paese». Su tale punto, l’Ambasciatore, non si è risparmiato nel rimarcare il ruolo giocato dai vari «gruppi occulti di potere di matrice internazionale, tra cui spicca l’italiana P2». Il Paese, infatti, ha reagito mettendo in atto un poderoso processo di trasformazione democratica avvenuta per mezzo di una politica di Stato che, onde evitare di cadere nelle trappole del passato, ha ridefinito il rapporto fra potere civile e potere militare. Nel processo di sviluppo democratico e di integrazione regionale il Min. Plen. Cherniak ha evidenziato che nell’ultimo periodo l’Argentina ha fatto un grande lavoro nella cooperazione di difesa, negoziando con il Cile i problemi di frontiera e creando una forza di pace “Argentina-Cile”. Ha, inoltre, efficacemente evidenziato che oggi il Paese gioca un ruolo importante nell’UNASUR e nel Consiglio di Difesa in ciò coordinandosi anche con il Brasile in una condizione di assoluta parità.
Conclusivamente, l’Ambasciatore nel trarre le fila del suo intervento e nell’informare che presto a Buenos Aires avrà sede il “Centro di studi Strategici” avente la finalità di creare una visione strategica improntata sui valori latinoamericani (la cui creazione è stata di recente deliberata dal Consiglio di Difesa) ha sostanzialmente rimarcato i progressi verso il processo di integrazione fatti dall’America Latina e ha evidenziato il ruolo attivo tenuto dall’Argentina che si appresta a divenire un protagonista della scena regionale.

*Filippo Romeo, ricercatore associato, Istituto di Alti Studi in geopolitica e Scienze Ausiliare, filippo.rome@istituto-geopolitica.eu. (www.geopolitica-rivista.org; www.istituto-geopolitica.eu.



sabato 15 giugno 2013

6. Seminario America Latina. Nota di Antonella Troiani

Il giorno 11 giugno 2013 si è  tenuta a Palazzo Salviati, presso il Centro Alti Studi per la Difesa (CASD), in Roma, la conferenza dal titolo “Sudamerica isola di pace? Equilibri e cooperazione in campo strategico in America Latina”. Tale incontro, dedicato appunto agli equilibri e alla cooperazione strategica nel continente Sudamericano, è stato organizzato dall’Associazione Seniores dello IASD, dall’Istituto Ricerche Studi Informazioni Difesa (ISTRID) e dall’ Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG). L’interesse è rivolto principalmente alla nuova fase di trasformazione che sta attraversando l’America Latina e al suo processo di integrazione regionale, che ha riportato alla luce la fantomatica unità latino-americana. In particolare, è con la creazione dell’UNASUR che si sono innescati nuovi meccanismi di cooperazione e coordinamento nei settori strategici, affinché la regione possa consolidarsi come una zona di pace. Il primo degli ospiti ad intervenire è stato l’ambasciatore della Repubblica Orientale di Uruguay, S.E. Gustavo Alvarez Goyoga. L’ambasciatore Goyoga ha focalizzato l’attenzione su due aree fondamentali:  da un lato, l’importanza dell’UNASUR e della politica di difesa nell’ intera regione, dall’altro, la politica di cooperazione internazionale dell’Uruguay. La UNASUR (Unión de Naciones Suramericanas) nasce come unione delle nazioni Sudamericane nel 2008 con l’impulso di creare una integrazione regionale in materia di energia, educazione, salute, ambiente, infrastrutture, sicurezza e democrazia. Le azioni dell’UNASUR sono finalizzate alla costruzione di una identità regionale, sulla base di una storia comune e dei principi del multilateralismo, sullo stato di diritto delle relazioni internazionali e il rispetto assoluto dei diritti umani e dei processi democratici. A tal proposito l’ambasciatore uruguayano pone in evidenza l’importanza dello sviluppo, affianco dell’UNASUR, del Consiglio di Difesa Sudamericano, un foro di cooperazione, consultazione e di coordinamento della difesa, che opera in armonia con i principi del Trattato costitutivo dell’UNASUR. L’elemento peculiare del Consiglio di Difesa è che non si tratta di un’alleanza, così come si è abituati ad intenderla, politica e militare, ma è uno spazio di integrazione e di unità dove il collante è la clausola democratica, affinché si garantisca la più ampia partecipazione dei cittadini. L’individuo è l’elemento centrale di questa clausola, in quanto sicurezza democratica e sicurezza umana sono strettamente correlate. La UNASUR ha aperto a una nuova èra del continente latinoamericano proiettata verso una maggiore indipendenza. Per quanto concerne l’aspetto della cooperazione, l’ambasciatore ha parlato delle operazioni di peacekeeping dell’Uruguay, e dell’importanza del paese nell’ambito delle Nazioni Unite. L’Uruguay è uno dei paesi che contribuisce maggiormente alle operazioni di peacekeeping e che compie grandi sforzi nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, in alcuni dei paesi più pericolosi nel mondo. Dal 1951, l’Uruguay ha servito in più di ventuno operazioni di peacekeeping nelle quali sono state coinvolti 25.000 uruguayani. In conclusione, l’ambasciatore ribadisce l’importanza dell’obiettivo di costruire un’area di identità sudamericana, affinché ciò costituisca la base per creare un’agenda di sicurezza internazionale per far fronte ad uno dei più grandi problemi della regione, quello del narcotraffico. L’UNASUR e il Consiglio di Difesa sono la dimostrazione del livello di maturità della democrazia regionale e delle capacità della stessa di creare una identità regionale per consolidare l’America Latina come isola di pace.



Antonella Troiani, dottoressa in Relazioni Internazionali, è frequentatrice del master “Geopolitica e Sicurezza Globale”.

5. Seminario America Latina: quanto vale un chilo di coca? di Francesca D'Ulisse

Riceviamo e Pubblichiamo:

Sperando di fare cosa utile e gradita vi segnalo il mio ultimo articolo pubblicato sul sito Treccani.it e intitolato "quanto vale un chilo di coca? " .

Si tratta di un viaggio nell'orrore del narcotraffico messicano, di una radiografia delle vittime dirette e collaterali di "Cocaina S.p.A" e di una chiamata alla responsabilità per la comunità internazionale perché il narcotraffico e i suoi proventi mettono ormai in serio pericolo la sicurezza "globale".
Con i migliori saluti
Francesca

   
Francesca D'Ulisse
Dipartimento affari esteri e relazioni internazionali 
Responsabile America latina e Caraibi
Tel: +39.06.69532259

4 Seminario America Latina: Relazione Federico Leone

Le saline boliviane e le “Politiche di Stato” della Cina

Introduzione
Nel 2010 la Repubblica Popolare Cinese e lo Stato Plurinazionale di Bolivia hanno festeggiato venticinque anni di intense relazioni diplomatiche. Nell’ultimo decennio, i loro rapporti, si sono intensificati. In un primo momento, il Governo cinese, concesse al Governo boliviano crediti per l’acquisto di macchine agricole. Col tempo, furono accordati a La Paz anche finanziamenti agevolati per la fornitura di materiale bellico ed, infine, per la messa in orbita di un satellite per le telecomunicazioni. Il Governo presieduto da Evo Morales ha recentemente emanato alcuni provvedimenti legislativi dai quali trapela l’interesse della Cina per una porzione di territorio boliviano: le saline di Coipasa e Uyuni. La domanda sorge spontanea: siamo di fronte ad un mero accordo bilaterale, oppure, si tratta di un piano escogitato dalla diplomazia cinese finalizzato all’approvvigionamento, detenzione e controllo di metalli strategici?. Cercheremo di rispondere a questa domanda analizzando alcuni avvenimenti e confrontando le opinioni degli esperti.

Salar de Coipasa
Questa distesa di sale, situata a 3.657 metri sopra il livello del mare, si trova nel Dipartimento di Oruro, una regione confinante col Cile. Conta una superficie di 2.218 chilometri quadri ed una profondità massima di 100 metri di coltri sovrapposte che variano da uno a due metri di spessore. E’ il secondo deserto di sale più grande della Bolivia, dopo il Salar de Uyuni, ed è lungo 700 chilometri e largo 50. Soltanto 25 chilometri quadri del Salar de Coipasa si trova in territorio cileno. Nella foto satellitare di cui sopra, è possibile scorgerla in alto a sinistra.

Salar de Uyuni
In questa località, che presenta un clima ostile ed un importante deficit idrico, si trova, come abbiamo appena detto, il deserto di sale più grande del mondo. E’ situato a 3.650 metri sopra il livello del mare nella provincia di Daniel Campos, Dipartimento di Potosí, una regione altiplanica confinante con le Ande. Conta una superficie di 12.000 chilometri quadri ed una profondità di 120 metri. Contiene, al suo interno, circa 11.000 milioni di tonnellate di sale sparse lungo undici coltri con uno spessore che varia da uno fino a dieci metri ciascuna.
Oltre ad essere una meta turistica esotica visitata da sessantamila turisti ogni anno, il Salar de Uyuni, custodisce le maggiori riserve di litio del mondo, assieme ai non meno importanti giacimenti di potassio, boro e magnesio. Secondo le stime della Corporación Minera de Bolivia (COMIBOL) le riserve di litio ammonterebbero a 18 milioni di tonnellate[i]. Per il Servizio Geologico degli Stati Uniti (USGS), al contrario, tali riserve non supererebbero le 5,5 milioni di tonnellate.

Il litio
Il 50% delle riserve mondiali di litio si trovano in questi due distese di sale. Stiamo parlando di un metallo soffice, di color argento, che si ossida rapidamente a contatto con l’aria o l’acqua. E’ il più leggero degli elementi solidi ed i suoi impieghi sono molteplici: trasferimento del calore, produzione di batterie e lavorazione di farmaci antipsicotici. Viene perfino utilizzato dall’industria bellica, dato che l’idrossido di litio serve per eliminare il diossido di carbonio accumulato nell’aria delle navicelle spaziali e dei sottomarini. Addirittura le leghe di questo metallo con l’alluminio, il cadmio, il rame ed il manganese sono impiegate nella produzione di ricambi aeronautici. Insomma, le intrinseche caratteristiche del prezioso metallo ed i suoi variegati impieghi industriali, collocano la Bolivia al centro dell’attenzione della Cina, che demanda quantità sempre maggiori di materie prime, soprattutto minerarie.

L’estrazione del metallo e la prima industrializzazione del litio
Nel 2011 il consorzio coreano KORES, POSCO SK innovation Co ed LG Chemical Ltd. hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con le autorità boliviane per costituire una joint venture locale al fine di immettere sul mercato una nuova batteria al litio. Anche l’impresa statale cinese CITIC Gouan, a seguito di uno studio di fattibilità che diede esito positivo, inviò una proposta al Governo boliviano per lo sfruttamento minerario e conseguente stabilimento industriale.
Come noto, l’esecutivo presieduto da Evo Morales, vuole che le multinazionali straniere non si limitino alla sola estrazione delle risorse nazionali ma pretende che la prima lavorazione del prodotto avvenga in patria contribuendo così alla prima fase per l’industrializzazione del litio. I sudcoreani si sono dimostrati disponibili al trasferimento della tecnologia necessaria affinché si possano produrre le batterie in loco ed anche i cinesi hanno garantito la massima collaborazione sia per quanto riguarda la trasmissione della tecnologia che per le varie fasi dell’industrializzazione.
La Gerencia Nacional de Recursos Evaporíticos de Bolivia (GNREB) stanziò agli inizi dell’anno scorso due milioni di dollari per la formazione di trentanove persone, fra ingegneri, scienziati, tecnici ed strumentisti, sulle proprietà, disegno e progettazione delle batterie di ioni di litio. Non solo. Nel mese di marzo sempre dell’anno scorso fu inaugurato il gasdotto binazionale “Nestor Kirchner”, che unisce la cittadina argentina di Abra Pampa alla località boliviana di Uyuni. In questo modo, il Governo boliviano, garantisce da una parte mano d’opera specializzata ed altamente qualificata e, dall’altro canto, il flusso di energia necessaria – gas naturale – per mantenere attivi gli impianti produttivi della zona. Nella corsa all’industrializzazione del litio i dubbi permangono: la Bolivia è pronta a competere immettendo i propri manufatti nei mercati internazionali?.
Secondo l’esperto locale Juan Carlos Zuleta Calderón[ii] se per “industrializzazione del litio” s’intende la fabbricazione di batterie in patria, allora il gruppo cinese CITIC Gouan potrebbe non essere il miglior alleato strategico per due motivi: il primo perché la ditta in questione non ha completamente sviluppato questo tipo di tecnologia; il secondo perché la Bolivia si troverebbe a dover competere contro le multinazionali del Giappone e della Corea del Sud che sono aziende leader nello specifico settore. Nettamente contraria l’opinione dell’economista boliviano Jaime Durán[iii] il quale ha sottolineato che l’industrializzazione del litio rappresenta una sfida per il paese: “sarebbe più facile consegnare le ricchezze ad altre imprese ma queste non vengono qui per sviluppare o migliorare le condizioni di vita dei boliviani” ha affermato. Naturalmente, questa ultima frase alludeva al netto rifiuto dei popoli originari di Uyuni ai progetti avanzati della multinazionale Litium Corporation durante il governo di Jaime Paz Zamora (1989-1993). In realtà lo Stato Plurinazionale di Bolivia ha altre aspirazioni che non si limitano ai “soli” progetti per l’industrializzazione.
Il Governo cinese, per conto di La Paz, sta costruendo il satellite “Túpac Katari”. Questo satellite è il risultato di un accordo che costerà alle casse del paese andino circa 300 milioni di dollari finanziati, in parte, dal Tesoro General de la Nación e dalla Banca dello Sviluppo Cinese. Secondo il direttore dell’Agenzia Spaziale Boliviana, Iván Zambrana, sarà lanciato il 20 dicembre 2013 dal Centro di Controllo di Xichang, nella Cina sudorientale e la sua missione sarà quella offrire servizi di telecomunicazioni.
La Cina, attraverso la Export Import Bank of China, oltre a finanziare piani energetici della Bolivia, ha recentemente concesso prestiti per l’acquisizioni di trivellatrici che ammontano a 60 milioni di dollari. Tale prestito fu ratificato dalla Legge 187 del 22 novembre 2011. In più, ha aperto una linea di credito per 108 milioni di dollari finalizzata all’acquisto di sei elicotteri H-425. Anche questo ratificato da una successiva Legge, la numero 231 del 28 marzo 2012.

Le “Politiche di Stato” di Pechino
Si attribuisce a Deng Xiaoping la seguente frase: “Il Medio Oriente ha il petrolio, noi abbiamo le terre rare”. A distanza di quasi vent’anni si discute se sia stata effettivamente pronunciata da egli stesso. Non possiamo negare però il contenuto estremamente attuale di una simile affermazione. La Cina, oltre a monopolizzare il commercio internazionale delle terre rare[iv], attualmente estrae e lavora il litio boliviano. Resta da vedere se siamo in presenza di una vera e propria “Politica di Stato” orientata in tal senso, oppure, se si tratta di semplice intuito per gli affari. Se riflettiamo in chiave retrospettiva, analizzando gli avvenimenti degli ultimi trent’anni, vediamo come le attuali potenze mondiali, in maggior o minor misura, abbiamo catalogato le risorse a seconda dell’importanza strategica che rivestono per la sicurezza nazionale. Spesso, le risorse non solo sono “strategiche” ma anche “critiche”. La Cina sembrerebbe muoversi nella stessa direzione.
Nel 2003, il Consiglio di Stato, pubblicò il Libro Bianco sulle Risorse Minerarie fissando, inoltre, gli obiettivi da raggiungere per la costruzione di una società “con alto potere d’acquisto” entro i primi vent’anni del nuovo secolo. L’anno scorso, nel tentativo di dare una concreta risposta ai problemi legati all’industria delle terre rare[v], come ad esempio l’estrazione selvaggia, il sovra sfruttamento delle miniere e l’inquinamento ambientale, il Consiglio di Stato pubblicò un nuovo Libro Bianco. Tale documento introdusse una serie di misure per la salvaguardia dell’ambiente e l’innovazione tecnologica nel vano tentativo di giustificare le continue restrizioni all’esportazione dei preziosi minerali fortemente contestate dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dal Giappone. Siamo in grado, dunque, di affermare che effettivamente la Cina sta adoperando una “Politica di Stato” che possiamo definire, se non di accumulo, di controllo. Ciò in virtù dei piani quinquennali (2001-2005), (2006-2010) e degli obiettivi di lungo termine che il Consiglio di Stato vuole raggiungere: una nazione innovativa entro il 2020 ed una potenza scientifica entro il 2050.

Conclusione
La Cina dispone di ingenti riserve che gli consentirebbe di garantirsi, in caso di necessità o grave pericolo, un ampio margine di autonomia. Vi sono poi alcuni elementi che ci inducono a ridimensionare la portata degli interessi cinesi in territorio boliviano. E’ difficile stabilire quando sono di natura privatistica e quando di natura pubblicistica. Nel primo caso, la cooperazione economica si presenta autoreferenziale: vale a dire, orientata verso il profitto. Nel secondo caso, qualunque intervento concreto mirerebbe a soddisfare un interesse superiore: quello, appunto, della collettività. Il fatto che a finanziare una serie di importanti progetti per lo sviluppo boliviano sia una banca statale cinese potrebbe destare qualche sospetto. Non dimentichiamo che secondo le stime dell’ICE Futures Inc. le industrie cinesi consumano circa un terzo dei metalli strategici estratti a livello planetario. Forse l’ambiguità del “Sistema Cinese”, costruito sulla base dello slogan “un paese, due sistemi” non ci consente di pervenire ad una conclusione univoca. Tuttavia, lo scrivente, desidera esprimere un’ultima considerazione.
I consumatori richiedono, ai prodotti di ultima generazione, prestazioni sofisticate e maggiore autonomia. Aumenta la demanda di nuovi marchingegni tecnologici e diminuisce l’offerta di metalli “rari” per poter fabbricarli. La scarsità delle risorse e la contrazione dell’offerta cinese, in un momento di espansione della domanda globale di tecnologia, ha scatenato le proteste dei paesi importatori. Gli Stati Uniti, Australia e Brasile stiano cercando di incrementare, faticosamente, la propria produzione. Anche l’Europa è intenta a costituire scorte per garantirsi una relativa autonomia. Il Giappone, in controtendenza rispetto alle nazioni, è impegnato nella ricerca di materiali alternativi per soddisfare il fabbisogno delle proprie industrie specializzate nella tecnologia più avanzata.
Nonostante questi avvenimenti, la storia dimostra che nei momenti di difficile congiuntura internazionale, non solo aumentano i prezzi delle materie prime “strategiche” ma anche le operazioni di Merger & Acquisitions. Così successe nel 2005 a seguito dell’aumento delle comodities del settore minerario. Perciò, le imprese boliviane, non devono avere paura della concorrenza sudcoreana o giapponese. Anzi, devono temere, giustamente, di essere inghiottite dalle ambizioni commerciali e politiche del loro alleato cinese.

Francesco G. Leone è direttore del Programma "America Latina" dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG)


[i] Agenzia EFE. La Paz, 27 gennaio 2010. Fino al 2009 le riserve furono stimate in 9 milioni di tonnellate. A seguito di nuove ricerche, effettuate durante il 2009, le stime "storiche" sarebbero sbagliate e le riserve attuali sarebbero il doppio.
[ii] Jaime Duran, “La desonestidad de un colega”, sezione analisi ed opinione. [On line]. Url: http://www.hidrocarburosbolivia.com. Consultato il 24.03.2012.
[iii] Jaime Duran, “La desonestidad de un colega”, sezione analisi ed opinione. [On line]. Url: http://www.hidrocarburosbolivia.com. Consultato il 24.03.2012.
[iv] Secondo the International Union of Pure and Applied Chemistry, le terre rare sono diciassette elementi della tavola periodica: scandio (Sc), ittrio (Y), lantanio (La), cerio (Ce), praseodimio (Pr), neodimio (Nd), promezio (Pm), samario (Sm), europio (Eu), gadolinio (Gd), terbio (Tb), disprosio (Dy), olmio (Ho), erbio (Er), tulio (Tm), itterbio (Yb), lutezio (Lu). Sono tutti elementi indispensabili per la produzione di nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico sia per impieghi civili che militari.
[v] Le grandi multinazionali del settore minerario che scommettono sulle terre rare, dispongono, innanzitutto, di ingenti capitali da utilizzare durante le fasi di pianificazione, studio, esplorazione e progettazione. Infatti vi è un elevato rischio connesso alle operazioni estrattive ed i tempi medio lunghi per poter quantificare i profitti. Infine, resta il problema, del tutto prevedibile, relativo agli alti costi ambientali.
 one Francesco Leone

giovedì 13 giugno 2013

3. Sud America: Isola di Pace. Un primo commento

di Fabiana Urbani*

Fin dal titolo la conferenza di martedì 11 giugno ha voluto sottolineare l’interrogativo sulla cooperazione strategica del subcontinente latino-americano: il Sudamerica è davvero un’isola di pace?
Attraverso la ricostruzione cronologica e storica delle tappe dell’integrazione regionale, i diversi relatori hanno evidenziato i punti di forza e le criticità del processo di cooperazione. Come ha ben rilevato l’analista Alessandro Politi, il Sudamerica non è un’isola né in senso geografico, né in senso geopolitico, ma è inserito nel “geonetwork” della sicurezza del Pacifico e per questo da circa un decennio tenta di integrarsi a livello regionale per rispondere alle sfide politiche, economiche e sociali del nuovo ordine mondiale. Il passaggio da un sistema internazionale unipolare ad uno multipolare ha fatto riemergere l’identità latino-americana, che oggi, grazie anche alle economie emergenti come quella brasiliana, si sta imponendo con forza nello scenario globale anche in aree finora “insolite”, ad esempio quella mediorientale. L’affermazione del Sudamerica come zona di pace, tuttavia, passa necessariamente attraverso la risoluzione di problemi di carattere interno (come il narcotraffico e la povertà) ma anche interstatale, in particolare le questioni di confine.
Il sogno integrazionista di Simon Bolìvar di una confederazione indipendente di Stati americani, anche se non ancora compiuto per le frizioni e gli interessi contrastanti tra i Paesi, procede comunque a grandi passi verso la realizzazione. Gli Stati sudamericani, infatti, stanno ripensando se stessi nel loro insieme e rispetto al mondo, con un significativo mutamento di paradigma che supera l’ottocentesca dottrina Monroe per guardare oltre gli Stati Uniti, e anzi, tentando di contenere l’intromissione di Washington negli affari dell’America Latina. Ne sono un esempio non soltanto le diverse organizzazioni create per accelerare e consentire questo dialogo (come MERCOSUR, ALBA, UNASUR, CELAC), ma anche l’apertura a nuovi attori dell’economia e della politica mondiale, come la Cina, che sta concludendo importanti contratti con i Paesi sudamericani. Il subcontinente latino americano ha preso coscienza dell’importanza di unirsi ed affrancarsi dalla sudditanza dagli USA, anche se il blocco di Paesi è omogeneo e si riscontra ancora la tendenza a privilegiare e proteggere l’interesse nazionale.
Il risveglio dello spirito di hermanidad tra gli Stati sudamericani ha aperto un nuovo cammino di aggregazione e cooperazione. La scommessa è aperta.

Fabiana Urbani è ricercatrice associata presso l'Istituto di Alti Studi in geopolitica e Scienze Ausiliare (IsAG). Per l'Associazione Seniores IASD ha partecipato, nell'ambito del Comitato organizzativo del Seminario, alla preparazione scientifica dell'evento.

2. Seminario Sud America: isola di pace. Intervento Presidente Associazione Seniores IASD, Marcantonio Trevisani

Presidente VERI, Autorità, gentili e graditissimi ospiti,
desidero innanzitutto ringraziare la Presidenza del CASD per aver messo a disposizione questa prestigiosa sede per l’evento odierno, organizzato dall’Associazione che ho l’onore di presiedere e da altre realtà scientifiche di indubbio spessore. L’Associazione Seniores dello IASD ha in Palazzo Salviati il suo punto di riferimento. E’ qui che, anno dopo anno, personalità provenienti da variegate realtà del mondo istituzionale, accademico ed imprenditoriale, del nostro paese e di paesi alleati ed amici, si confrontano su tematiche di significativa rilevanza. L’Associazione Seniores dello IASD nasce con lo scopo di non disperdere un patrimonio di legami, relazioni, rapporti, costruito nel periodo trascorso allo IASD. Intendiamo muoverci nel campo della cultura, certi che la conoscenza e l’approfondimento permanente realizzati attraverso il sereno e continuo confronto, costituiscano quasi un obbligo etico per chi, nei più svariati campi o settori, ricopra ruoli od incarichi di responsabilità. Tra i tanti temi e questioni che affollano il nostro pianeta, e su cui avremmo potuto concentrare la nostra attenzione, abbiamo voluto dedicare questa giornata al SudAmerica, ed ai processi di integrazione che sono in atto in quel meraviglioso continente. Processi che hanno nell’UNASUR l’elemento istituzionale di riferimento. Nei documenti fondanti, come in altre sedi, i Padri fondatori dell’UNASUR hanno fatto esplicito riferimento all’Unione Europea come modello di integrazione cui ispirarsi. L’auspicio è che le leadership sud-americane sappiano far tesoro degli ammaestramenti che provengono dal vecchio Continente per costruire una realtà geopolitica archetipo di pace e concordia.
Prima di concludere, perché intendo non sottrarre tempo ai nostri autorevolissimi relatori, ringrazio i rappresentanti diplomatici dei paesi sudamericani che hanno accettato il nostro invito. Il loro punto di vista è certo passaggio indispensabile per comprendere i processi in atto. Allo stesso modo, ringrazio anche i relatori istituzionali e scientifici ed un grazie particolare anche alla dottoressa MIRANDA, che condurrà il dibattito coniugando la sua esperienza professionale con la sua profonda conoscenza delle realtà del SudAmerica.

1. Seminario America Latina. I Relatori.

Si riporta di seguito una breve nota biografica dei Relatori intervenuti al Seminario Sudamerica:isoladi pace?

S.E. Gustavo Alvarez Goyoaga
E’ Ambasciatore della Repubblica Orientale dell’Uruguay e Rappresentante Permanente dell’Uruguay presso FAO, FIDA, PMA.
Ha svolto vari prestigiosi e qualificati incarichi in patria ed all’estero, tra cui si segnalano importanti impegni presso le Nazioni Unite a New York ed a Vienna. Ha maturato inoltre significative esperienze in Missioni di Pace come Rappresentante del Ministero degli Affari  Esteri nel Sistema Nazionale d’Appoggio alle Missioni di Pace, nelle trattative del lancio e sviluppo  delle missioni di pace delle Nazioni Unite, in particolare in Cambogia, in Mozambico ed in Angola. Di rilievo la sua partecipazione a consessi e gruppi di lavoro internazionali su tematiche di controllo e disarmo nucleare.
È Dottore in Diritto e Scienze Sociali e Professore di Diritto Internazionale Pubblico. Ha scritto, pubblicato e presentato studi in materia di multilateralismo, di operazioni di pace, in particolare una tesi sul Mercenarismo e Mercenari nel diritto internazionale.

Dott. Carlos Cherniak
Ministro Plenipotenziario dell'Ambasciata della Repubblica Argentina.
Capo della Sezione Politica. Ha partecipato alle negoziazioni per la risoluzione delle controversie territoriali con il Cile, fu nominato Console argentino in Montevideo (Uruguay) ed ha esercitato incarichi diplomatici in Armenia, India, Cina e nella zona della Tripla Frontera (Città dell’Este, Paraguay). Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Belgrano (Argentina) si è specializzato in pubblica amministrazione. Ha conseguito il master universitario di secondo livello in Relazioni Internazionali della Facoltà Latinoamericana di Scienze Sociali FLACSO (Argentina). Ha inoltre realizzato studi di posgrado presso la John Hopkins University, sede di Bologna. E' stato visiting professor dell'Università di Bologna, Università della Repubblica (Uruguay) nonché dell'Università Torcuato Di Tella (Argentina). Ha pubblicato articoli, saggi e volumi su tematiche internazionali ed ha partecipato, in qualità di relatore, a convegni, tavole rotonde e seminari di livello internazionale.

Dottoressa Alba Coello de Barboza
È funzionaria diplomatica del Servizio Estero Ecuadoriano, attualmente ha il rango di Ministro e svolge le funzioni di Capo Missione ad interim dell'Ecuador in Italia. La sua formazione professionale è stata realizzata in Ecuador, Stati Uniti, Cuba, Spagna ed Italia. E’ in possesso di due Master: in Scienze Internazionali e Diplomazia ed un'altro in Relazioni Economiche Internazionali, Istituto Superiore delle Relazioni Internazionali "Raúl Roa", Cuba. Ha partecipato a vari corsi, workshop e conferenze a livello internazionale. E' stata visiting professor nelle università ecuadoriane, cubane ed italiane.
È stata Rappresentante del Ministero degli Affari Esteri, del Commercio e dell’Integrazione e dello Stato ecuadoriano in differenti riunioni internazionali. Attualmente è Rappresentante Permanente Vicario dell'Ecuador presso tutti gli Organismi Internazionali con sede a Roma: FAO, FIDA, PMA, IILA, fra altri.

Dott. José Luis Rhi-Sausi
Economista e sociologo messicano, è attualmente il Segretario Socioeconomico dell’Istituto Italo-latinoamericano (IILA). Per più di dieci anni è stato Direttore del Centro Studi di Politica Internazionale (CeSPI). Le sue principali aree tematiche di ricerca sono la Cooperazione Internazionale, le Migrazioni e lo Sviluppo locale. E’ uno studioso dell’America Latina da più di trent’anni. Negli ultimi anni ha dedicato particolare attenzione ai processi di integrazione sub-regionale dei Paesi latinoamericani.

Dott. Luca Trifone
Capo dell’Ufficio X - Direzione Generale per la Mondializzazione del Ministero degli Affari Esteri.
Volontario nella carriera diplomatica (specializzazione commerciale) dal 1997, ha prestato servizio alla Direzione Generale Affari Economici dal 1998 al 2001. Dal 2001 al 2005 Console commerciale a Stoccarda. Dal 2005 al 2009 all’Ambasciata d’Italia a Pechino, dal 2008 come Capo dell’Ufficio Commerciale. Dal luglio 2009 al dicembre 2010 lavora presso la Direzione Generale Integrazione Europea e dal  settembre 2011 è incaricato di svolgere le funzioni di Capo dell’Ufficio X della Direzione Generale per la Mondializzazione e questioni globali, per i Paesi del Sud America. Consigliere di ambasciata dal luglio 2012.

Avv. Francesco G. Leone
Dottore magistrale in Giurisprudenza (Università di Roma Tor Vergata), con un master di secondo livello in diritto commerciale internazionale dell'Università di Roma "Sapienza". Attualmente esercita la professione forense in Italia, Spagna ed alcuni paesi dell'America Latina. Dal 2012 collabora con l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), di cui è direttore del programma di ricerca “America Latina”. Partecipa inoltre al programma di ricerca “Sistema Italia”. I suoi interessi sono legati ai processi di internazionalizzazione delle imprese italiane e agli investimenti esteri nonché al diritto delle risorse naturali. Collabora inoltre con il Centro di Ricerche Economiche e Giuridiche (CREG) dell’Università di Roma Tor Vergata e con il Centro Argentino di Studi Internazionali (CAEI).

Dott. Alessandro Politi
Analista politico e strategico con 30 anni d’esperienza. Ricercatore senior del Centro Militare per gli Studi Strategici, per l'America Latina e le prospettive globali. Ha diretto il progetto “Prospettive Globali 2013”, culminato in una pubblicazione in italiano ed inglese. Direttore del NATO Defense College Foundation. Docente di geopolitica e geoeconomia presso la SIOI. Docente di gestione di conflitto, crisi, pacificazione ed analisi presso istituti di formazione governativi.

Prof. Enzo Rossi
Laureato in matematica. Assistente di ruolo di analisi matematica fino al 1972, quando inizia ad occuparsi di economia, partecipando ai lavori di gruppi CNR presso l'Università di Roma "Sapienza". Nel 1983 vince il premio Saint Vincent per l’economia. Nel 1987 vince il concorso nazionale per professore ordinario di Economia Politica. Insegna Economia Politica e Economia Monetaria presso l'Università di Roma "Tor Vergata". Ha insegnato Politica Economica e Economia Internazionale presso la LUISS - Guido Carli di Roma. Nel 2003 ha fondato il Centro di Ricerche Economiche e Giuridiche  dell'Università di Roma "Tor Vergata", di cui è attualmente direttore. Partecipa alla World Economic Survey dell’IFO, Institute for Economic Research (Germania) ed è un profondo conoscitore della realtà economica del Brasile e dei paesi lusofoni in generale.

mercoledì 12 giugno 2013

Un successo il Seminario sull'America Latina

Si è svolto ieri, nell'aula Multimediale di Palazzo Salviati, il seminario dedicato all'America Latina organizzato insieme allo ISAG, all'ISTRID, dalla Associazione Seniores IASD. Dopo gli indirizzi di Saluto del Presidente del CASD Amm. Veri e del Presidente dell'ISTRID, Valtorta, e del Presidente della Associazione Amm. Trevisani, si sono svolte le relazioni secondo il programma predisposto. Daremo conto delle relazioni con post successivi, oltre ad altre notizie relative a questo seminario. Presenti, oltre alla Sessione in Corso

L'Associazione Seniores ha così realizzato uno dei suoi obiettivi fondamentali: quello di organizzare eventi a favore dei Frequentaroi della sessione in corso, e ai Seniores, eventi di ampio respiro che danno una cornice di rilievo ai programmi svolti dai Corsi che si tengono al CASD. Della Associazione erano presenti i Soci fondatori, oltre al prof. Valtorta ed all'Ammiraglio Trevisani, la Dott. Enrica Preti e il Gen Romania, che poi ha dovuto per ragioni di servizio lasciare la sala. Tutta la Segreteria al completo, che, peraltro era impegnata nella organizzazione, e numerosissimi soci, tra cui l'ex Presidente del CASD Vincenzo Camporini.
Importante notare che una parte importante della organizzazione è stata coperta da studenti e ricercatori, che si sono avvicinati alla nostra convinti di avere la possibilità di aprire finestre sul mondo accademico e culturale. 
Interessate sottolineare che il Presidente Trevisani si è presentato a questo seminario con all'occhiello il distintivo della Associazione, che ha riscosso, ancora una volta, interesse e plausi di compiacimento

Al termine si è tenuta una riunione di debrefing, in cui sono state analizzate le varie situazioni e tratti gli ammaestramenti per le prossime manifestazioni. Chi dei soci volesse avere ulteriori informazioni su questo evento può scrivere direttamente alla email: senioresiasd@libero.it