Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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venerdì 17 luglio 2015

Buone Vacanze a tutti



IN ATTESA DELLA PROSSIMA CONFERENZA DEL CICLO DEDICATO 
ALLA GRANDE GUERRA DA PARTE DELL'AMM. MICHELE CACCAVALE (57 SESSIONE)

BUONE VACANZE A TUTTI I SENIORES

Ricerca foto e cartoline del Collegio Militare di Roma



E' in preparazione un volume dedicato al Collegio Militare di Roma 1883-1945

Chi ne avesse può prendere contato con il sottoscritto
Massimo Coltrinari
senioreiasd@libero.it

venerdì 3 luglio 2015

II INCONTRO DEDICATO ALLA GRANDE GUERRA

Il ruolo delle Ferrovie dello Stato nella Prima Guerra Mondiale

Roma 3 luglio -
presso l'Istituto Alti Studi della Difesa / CASD
Palazzo Salviati Via della Lungara - Trastevere
con
Ing. Michele Antonilli del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani di Roma e Col. Mario Pietrangeli, Consigliere Nazionale di Co.Mo.Do.
Paradossalmente, la staticità delle linee di fronte, che contraddistinse il primo conflitto mondiale e lo trasformò in una lunga guerra di logoramento, fu in gran parte da attribuire proprio all'enorme sviluppo dei trasporti terrestri per effetto della meccanizzazione. Grazie alle autocolonne, e soprattutto al treno, la velocità di afflusso delle riserve strategiche divenne infatti nettamente superiore alla rapidità di progressione delle forze combattenti, che potevano muoversi solo a piedi e, al massimo, a cavallo. convegno iasdCosì, le penetrazioni nelle linee nemiche (già rese difficili dalla prevalenza del binomio difensivo mitragliatrice/trincea su quello offensivo artiglieria/assaltatore) venivano subito arrestate e le posizioni si consolidavano nuovamente. Il grande protagonista di questa nuova mobilità, il treno, veniva usato prevalentemente per i grandi trasporti strategici e logistici, cioè per trasferire soldati, quadrupedi, generi vari e munizioni, in grandi quantità e su lunghe distanze.
Le "tradotte" militari erano di solito formate da vagoni ferroviari chiusi a pavimento libero, atti al trasporto di persone e animali ("cavalli 8, uomini 40" dicevano le scritte) oppure di materiali vari, ma talora erano attrezzate in modo speciale – con vagoni blindati o armati – per la difesa contro i sabotatori. Vennero però impiegati anche veri e propri treni armati, come quelli della Marina italiana (muniti di artiglierie da 76 mm e 152 mm) che operarono lungo il tratto di costa tra il Canale d'Otranto e Ravenna e che costituirono un'efficace difesa litoranea mobile.
Sul fronte orientale, anche l'Esercito utilizzò treni armati con pezzi da 152/40 mm per bombardare le zone operative nemiche del Carso Triestino. I treni sanitari e ospedale contribuivano intanto allo sgombero di migliaia di feriti e ammalati. Nella 2^ guerra mondiale, quando l'avvento del carro e dell'aereo consentì un incremento della mobilità tattico-operativa sufficiente per un ritorno al combattimento manovrato, ai treni rimase il compito dei grandi trasporti strategici e dello sgombero dei feriti e/o malati con i treni ospedale. I movimenti ferroviari potevano però svolgersi quasi soltanto nella Zona Territoriale, a causa dell'incombere della minaccia aerea e quindi della possibilità di essere colpiti, dall'alto, anche in profondità dietro le linee amiche. L'evoluzione tecnologica delle armi moderne, per le quali le linee e le installazioni fisse della ferrovia sono divenute facili bersagli, relega ormai il treno – sempre di più – a compiti prevalentemente logistici nelle retrovie.
Organizzato da Associazione Seniores dello IASD