ALLORI, Alessandro di Cristofano di Lorenzo del
Bronzino ( 1535 - 1607)
di Adele Pizzullo
Nacque
a Firenze il 3 Maggio 1535. Suo padre, un fabbricante di spade, morì quando
aveva cinque anni e il pittore Agnolo Bronzino (1503-1572), si prese carico
della famiglia e Alessandro Allori divenne suo allievo e figlio adottivo. Con
il Bronzino, Allori si perfezionò nel disegno e nello studio dell'anatomia
umana, ma in seguito, per completare la
sua formazione artistica soggiornò a Roma, dove fu influenzato dall'arte di
Michelangelo. Allori al suo ritorno a Firenze diventò presto uno dei principali
pittori della famiglia regnante di Firenze e direttore della fabbrica di arazzi
fiorentini dei Medici.
Per lo studiolo di Francesco I de Medici, Alessandro Allori, intorno al 1570, eseguì la Pesca delle perle conservato a Firenze in Palazzo Vecchio con l'intero Studiolo.
Nei dipinti ed affreschi di Alessandro Allori compaiono spesso raffigurati oggetti in vetro, che consentirono agli storici d'arte di datare vetri simili a quelli delle collezioni medicee, e quelli appartenenti alle suppellettili scientifiche dell'Accademia del Cimento.
Utilizzò diverse suggestioni, per opere di differente contenuto: fiamminghe nel Ratto di Proserpina del 1570, michelangiolesche nella Pietà del 1571 nella SS Annunziata di Firenze, del Bronzino nella Sacra Famiglia del 1576 nella collezione inglese Hesketh, romane nelle decorazioni di Palazzo Salviati, di Andrea del Sarto nel Cristo e l'adultera di Santo Spirito e nel Cenacolo del Carmine; negli affreschi, del 1577, della cappella Gaddi in Santa Maria Novella, con le Storie di san Gerolamo rivaleggiò con le decorazioni della cupola di Federico Zuccari, richiamandosi al Muziano e a Correggio. L'Allori fu uno degli artisti più prolifici e attivo di Firenze alla fine del XVI secolo.
La sua opera continuò ad influenzare il mondo dell'arte italiana per oltre cinquant'anni dalla sua morte avvenuta a Firenze il 22 settembre 1607.
Per lo studiolo di Francesco I de Medici, Alessandro Allori, intorno al 1570, eseguì la Pesca delle perle conservato a Firenze in Palazzo Vecchio con l'intero Studiolo.
Nei dipinti ed affreschi di Alessandro Allori compaiono spesso raffigurati oggetti in vetro, che consentirono agli storici d'arte di datare vetri simili a quelli delle collezioni medicee, e quelli appartenenti alle suppellettili scientifiche dell'Accademia del Cimento.
Utilizzò diverse suggestioni, per opere di differente contenuto: fiamminghe nel Ratto di Proserpina del 1570, michelangiolesche nella Pietà del 1571 nella SS Annunziata di Firenze, del Bronzino nella Sacra Famiglia del 1576 nella collezione inglese Hesketh, romane nelle decorazioni di Palazzo Salviati, di Andrea del Sarto nel Cristo e l'adultera di Santo Spirito e nel Cenacolo del Carmine; negli affreschi, del 1577, della cappella Gaddi in Santa Maria Novella, con le Storie di san Gerolamo rivaleggiò con le decorazioni della cupola di Federico Zuccari, richiamandosi al Muziano e a Correggio. L'Allori fu uno degli artisti più prolifici e attivo di Firenze alla fine del XVI secolo.
La sua opera continuò ad influenzare il mondo dell'arte italiana per oltre cinquant'anni dalla sua morte avvenuta a Firenze il 22 settembre 1607.
Nel testo "Palazzo Salviati alla Lungara" si nominano sette quadri
dell'autore : La discesa al Limbo,
1578 (Roma Galleria Colonna), una Pietà
con due Angeli e un ritratto
femminile che si trovavano nella Camera delle Udienze, un Ritratto di donna, 1582 (Roma Galleria
Corsini) che si trovava nella seconda anticamera accanto alla Cappella, una Pietà nella stanza del Camino, due Virtù nella camera del cantone verso
strada accanto al Gabinetto.
Cristo morto e due angeli, 1582 (
Budapest, Museo di Belle Arti), è l'unico dipinto citato in "Roma moderna".
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