Atto Costitutivo e Statuto della Associazione
martedì 30 marzo 2021
Rivista QUADERNI n.3 del 2021 Luglio-Settembre 2021
venerdì 19 marzo 2021
Antonio Trogu Ankara produrrà il sistema missilistico antiaereo S-500 in collaborazione con la Russia
UNA FINESTRA SUL MONDO
La Turchia, dopo avere confermato l’acquisizione del sistema
antiaereo russo S-400 ha annunciato l’intenzione di uno sviluppo congiunto del
sistema missilistico S-500.
Nel settembre 2017
Russia e Turchia firmano un contratto di 2,5 miliardi di
dollari per la
fornitura di sistemi missilistici S-400 Russi alla Turchia. Il primo lotto del
contratto è consegnato nel luglio 2019 e, secondo quanto
riportato dalla TASS, il contratto per la consegna del secondo lotto dei
sistemi missilistici antiaerei S-400 alla Turchia è stato firmato.
Questa notizia, sommata alla conferma
dell’affare fatto con i sistemi S-400 già acquistati a Mosca, non fa che
rendere ancora più difficile il rapporto tra Washington e Ankara. Il premier
turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato l’acquisto dei
sistemi S-400 dalla controparte russa, nonostante le ripetute minacce
avanzate dal Congresso degli Stati Uniti di congelare la
fornitura di caccia di quinta generazione F-35 e
di escludere la Turchia dall’intero programma Joint Strike Fighter.
Le
motivazioni del fatto che Turchia ha fatto richiesta proprio alla Russia di un
sistema di questo genere potrebbe essere legate al fatto che, prima di questo
acquisto, la difesa terrestre/aerea turca era molto scarsa.
I sistemi
di difesa aerea a brevissimo raggio progettati a livello nazionale — Korkut
(artiglieria terrestre / aerea) e Hisar-A — sono operativi rispettivamente dal
2016 e dalla fine del 2019; il sistema Hisar-O a corto/medio raggio è in fase
di test e dovrebbe diventare operativo nel 2021; l’entrata in servizio del
sistema a lungo raggio Hisar-U, ancora in fase di sviluppo, è prevista nel
2023.
Pertanto,
prima dell’arrivo dell’S-400 e dei primi sistemi progettati a livello
nazionale, la difesa aerea della Turchia dipendeva principalmente dai suoi
caccia.
Per
quanto riguarda la collaborazione per la produzione dell’ S-500 si evidenzia il
fatto che il Cremlino non si ponga problemi ad inserire un membro
dell’Alleanza Atlantica nel suo nuovo programma missilistico di altissimo
livello. Evidentemente per Mosca non c’è il pericolo che gli ingegneri turchi
possano fornire informazioni “classificate” sull’S-500 e compiere le medesime
operazioni di spionaggio.
Antonio Trogu trogant@libero.it
martedì 9 marzo 2021
Antonio Trogu Programmi di sviluppo per la Marina MIlitare
Nuovi
sottomarini per la Marina Militare
Il Ministero della Difesa, in concerto
con il Tesoro e lo Sviluppo Economico, ha reperito i fondi per l’acquisizione
(insieme al sostegno tecnico-logistico) di quattro sottomarini U-212 NFS (Near
Future Submarine), evoluzione della classe U-212A.
Il 26 febbraio è stato firmato a Roma il
contratto tra l’Organizzazione internazionale per gli armamenti Occar
(Organisation Conjointe de Cooperation en matiere d’Armement) e Fincantieri per
la realizzazione di due nuovi sottomarini, più due in opzione, per la Marina
militare denominati U212NFS (U212 Near Future Submarine).
La precedente legislatura aveva
approvato l’acquisto di 2 sottomarini, successivamente portati a quattro dal
Ministro Guerini. L’aumento di numero è finalizzato alla sostituzione, entro il
2025, di tutti e quattro i battelli della classe Sauro, entrati in servizio nel
periodo 1987-1995, e ormai inadeguati alle esigenze della Marina Militare.
Gli U-212 NFS saranno equipaggiati con
un numero maggiore di apparati tecnologici italiani (le apparecchiature per la
guerra elettronica saranno fornite da Elettronica).
I nuovi sottomarini saranno leggermente
più lunghi (la seconda serie degli U-212A è lunga 57 metri), con una
propulsione più potente e un’autonomia aumentata, grazie alle nuove batterie
agli ioni di litio (prodotte in Italia) e alla maggiore quantità di carburante
trasportata.
Il programma U212nfs, che prevede le
prime due consegne nel 2027 e nel 2029, risponde alla necessità di garantire
adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei,
considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle
operazioni nel settore underwater e l'approssimarsi del termine della vita
operativa delle 4 unità della classe 'Sauro' attualmente in servizio.
Il capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di
squadra Giuseppe Cavo Dragone, evidenzia
soprattutto l’importanza strategica dell’accordo, vista soprattutto la
rilevanza della dimensione subacquea nella tutela degli interessi strategici
nazionali.
Antonio
Trogu trogant@libero.it