Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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domenica 8 dicembre 2019

Fogolar Furlan


APRILIA

FESTA DI SANTA LUCIA E NATALE DEL BERSAGLIERE
 Successo per la manifestazione del “Fogolar Furlan” e dei Bersaglieri “Adelchi Cotterli” di Aprilia


di Elisa Bonacini

Grande successo per la 44esima edizione della manifestazione organizzata dal “Fogolar Furlan” e dall’ A.N.B. “A. Cotterli” di Aprilia per la ricorrenza della Festa di Santa Lucia.
La manifestazione si è svolta nella mattinata di domenica 8 dicembre presso l’aula magna dell’ I.I.S. “Carlo e Nello Rosselli ed ha visto una grande partecipazione di pubblico tra cui soci e simpatizzanti delle associazioni.
Negli ultimi 8 anni l’evento include “Il Natale del Bersagliere” con l’esibizione della Fanfara “A.Cotterli” diretta dal Maestro Ildo Masi e la consegna dei doni del “Fogolar Furlan” ai figli dei soci.
Si sono esibite in una recita alcune classi IV della Scuola Primaria dell’I.I.C. “Gianni Orzini” di Aprilia, i bambini preparati in maniera encomiabile dalle insegnanti cui sono state consegnate targhe ricordo.
In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale è intervenuto il Sindaco Antonio Terra; ha portato i suoi saluti Monsignor Franco Marando Parroco della Chiesa Arcipretale di San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti.
Ha partecipato alla manifestazione il Cavaliere Romano Cotterli, fratello di Adelchi compianto Presidente dell’Associazione Bersaglieri scomparso nel 2012, da cui ha preso poi il nome la sezione di Aprilia.
Presenti  rappresentanti delle associazioni Bersaglieri della provincia di Latina.
Il Presidente regionale dell’A.N.B. Luciano Pasquali è intervenuto complimentandosi per l’attività della sezione di Aprilia, la più numerosa per soci della provincia di Latina.
Ha condotto la manifestazione la Signora Daniela Mardero, affiancata dal Presidente dei Bersaglieri Edoardo Tittarelli che ha espresso grande soddisfazione per la riuscita dell’evento.
Come di consuetudine la manifestazione è stata preceduta dalla commovente visita della Fanfara al Cimitero Comunale presso la tomba di Adelchi Cotterli.
Fu da una sua felice intuizione che nacque la Fanfara apriliana che riscuote sempre più successo in ambito nazionale ed internazionale.


domenica 1 dicembre 2019

Senigallia Associazione Storia contemporanea


DICEMBRE 2019
LA FRASE del MESE
Forse non sono un buon attore,
 ma qualsiasi altra cosa avessi fatto,
sarei stato peggio.
Sean Connery

Gent.me Socie e Soci,
ecco la programmazione di dicembre che prevede pochi ma importanti appuntamenti. Invito tutti i soci di Senigallia e dintorni a partecipare ad almeno uno di questi appuntamenti: avranno la possibilità, se non l’avessero già fatto, di rinnovare la quota associativa (sempre di 12,00 euro). Al contempo li esorto a partecipare all’ultimo evento dell’anno, con a seguire la tradizionale cena associativa.
Auguri di serene festività.
Marco Severini
Presidente ASC

1)    Verona, mercoledì 12, ore 17.00, Biblioteca Frinzi (via S. Francesco, 20), i soci Stefano Aloe e Daniele Artoni presentano il volume associativo Viaggiare nel mondo in guerra 1939-1945 (Ed. Marsilio, 2019).
2)    Senigallia, lunedì 16, ore 17.30, Biblioteca “Antonelliana” (via O. Manni, 1), in occasione del 50° anniversario della strage di Piazza Fontana e della morte di Giuseppe Pinelli, presentazione dei libri Piazza Fontana. Il processo impossibile (Ed. Einaudi, 2019) di Benedetta Tobagi e Licia. Storia della prima italiana che denunciò un questore (Ed. PeA, 2019) di Marco Severini. Conversano con l’autrice Silvia Boero, Rita Forlini, Giuseppe Vaglieco, Lidia Pupilli e Marco Severini. L’evento, organizzato con l’ente formatore ”Proteo Fare Sapere-Marche”, è valido per la formazione docenti. NEWS
3)    Senigallia, lunedì 16, ore 21.00, Centro Sociale Arvultura (via N. Abbagnano), presentazione del libro Piazza Fontana. Il processo impossibile (Ed. Einaudi, 2019) di Benedetta Tobagi. NEWS
4)    Senigallia, mercoledì 18, ore 17.30, Biblioteca “Antonelliana” (via O. Manni, 1), presentazione del nuovo numero della rivista associativa «Centro e periferie» (n. 4, 2019). Presenta Marco Severini. Intervengono Lidia Pupilli, Maria Giulia Vichi, Giorgia Paparelli, Federica Mencarelli, Carolina Bartolucci nonché altri soci e socie. NEWS
5)    Ostra (An), sabato 21, Biblioteca civica (via del Teatro, 12), presentazione della terza edizione del Dizionario biografico delle donne marchigiane, a cura di Lidia Pupilli e Marco Severini (Ed. il lavoro editoriale, 2019). Saranno presenti i curatori e alcuni autori dell’opera. NEWS
6)    Senigallia, lunedì 23, Sala “Chiostergi” del Centro Cooperativo Mazziniano (via Chiostergi, 10), ore 18.00, presentazione dell’opera Storie di Natale 2019 (i proventi saranno devoluti in beneficenza). Seguirà cena associativa presso il Ristopub “Alter Ego”, via Chiostergi, 16 (bisogna prenotarsi entro e non oltre il 20 dicembre alla mail associativa, ascontemporanea@gmail.com, oppure al Ristopub, al numero 071 65716). NEWS

Ricordo che lunedì 23 dicembre si terrà, sempre al Centro Mazziniano, alle ore 17.00 l’ultima riunione del Consiglio Direttivo ASC e alle 17.30 l’ultima Assemblea dei Soci.
Per entrambi vale il seguente ordine del giorno:

1.    Insediamento nuove cariche associative
2.    Programmazione attività 2020
3.    Ratifica del regolamento elettorale
4.    Varie ed eventuali

mercoledì 6 novembre 2019

Salotti Culturali


GLI INTERNATI MILITARI ITALIANI 
AI SALOTTI CULTURALI DI APRILIA


Gli IMI (Internati Militari Italiani) 1943-1945  “presenti” ai Salotti Culturali di Aprilia con l’Associazione “Un ricordo per la pace”. Successo di pubblico per la  manifestazione tradizionalmente legata ai festeggiamenti del San Michele Arcangelo. L’evento si è  tenuto nelle serate di venerdi 27 e sabato 28 settembre nell’inconsueta location all’aperto di Piazza Sturzo (quartiere grattacielo).
Molti gli stand delle Associazioni culturali a vetrina delle loro attività.  Esposti anche alcuni pannelli allestiti da “Un ricordo per la pace” in riferimento ai progetti in corso, tra cui “MISSING IN ACTION”  dedicato ai dispersi nei combattimenti del 1944 post Sbarco alleato e “MEMORIA AGLI IMI” con le immagini degli insigniti apriliani di Medaglia d’Onore, onorificenza dedicata agli ex deportati  italiani nei campi nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
Nell’intervento della presidente Elisa Bonacini sono stati ricordati gli IMI che ci hanno lasciato negli ultimi anni, tra cui Gino Forconi e Domenico Fusco. Non è mancato il ricordo di  Ennio Borgia, scomparso a giugno di quest’anno. Deportato all’età di 16 anni a Dachau quale prigioniero politico Ennio aveva portato instancabilmente la sua testimonianza di pace nelle scuole del territorio. “Una perdita, quella dei testimonial del periodo di guerra -  ha detto rivolgendosi al pubblico la presidente di “Un ricordo per la pace” Elisa Bonacini - cui dobbiamo sopperire con sempre maggiore impegno affinché non si perda la memoria di ciò che è stato”. Nel corso dell’intervento il racconto della vicenda del padre di Vasco Rossi, l’IMI Giovanni Carlo Sisto Rossi deportato a Dortmund, in Germania.  Per il padre di Vasco l’associazione, con il consenso della rockstar e di mamma Novella ha avviato l’iter per la richiesta del conferimento della Medaglia d’Onore.
L’evento culturale ha avuto come direttore artistico Lorenzo Zecchin, ed ha visto la partecipazione dei più talentuosi artisti, scrittori e poeti del territorio.
Elisa Bonacini : “Voglio ringraziare il Comune di Aprilia e l’Assessore Elvis Martino per l’invito,  occasione per resocontare pubblicamente l’attività  della mia associazione nel corso dell’ultimo anno. Voglio rivolgere un plauso agli organizzatori tutti ed in particolare a Loris Zecchin per l’impegno e la passione con cui si è prodigato  per il miglior esito dell’iniziativa. È la passione con cui si svolge un incarico elemento fondamentale per la certezza di un brillante risultato. Loris di passione ne ha da vendere e spero di ritrovarlo nello stesso ruolo nell’edizione dei Salotti Culturali 2020.”

domenica 27 ottobre 2019

QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO n.4 del 2018 Copertine





 ANNO LXXX, SUPPLEMENTO IX, 2018, N. 4 , 
 In copertina: La Medaglia della Vittoria, coniata e firmata da Luciano Zanelli prodotta in tiratura limitata ha 67 mm di diametro e pesa 140 grammi. Disponibile in bronzo similoro. Disponibile presso la segreteria generale dell'Istituto
(segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

domenica 20 ottobre 2019

Rivista QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO Sommario e Nota Redazionale

 SOMMARIO
 Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni”  www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org 

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani: 


IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA           

APPROFONDIMENTI 

AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto 
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra 
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
 Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista 

DIBATTITI 
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

ARCHIVIO 
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00 

MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE 

Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto  1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo  

Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI 

UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate 

Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie. 

CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare 

I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018,  Maggio 2018, n. 30 
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018  Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com 

PER FINIRE Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre 

Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni 
Combattentistiche.  La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni.  La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto.  Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili” 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” 


martedì 8 ottobre 2019

Cesena. Attività del mese di ottobre 2019

NOTIZIE DALL'UNIVERSITA'  DELLA TERZA ETA' DI CESENA

Carissimi
torna questo nostro piccolo contributo dopo una interruzione forzata di un paio di settimane. Il programma dell’UTE non ha subito soste e, con l’interessante e istruttiva visita al deposito del Gruppo Archeologico a San Domenico, abbiamo ancor maggiore contezza del grave problema costituito dalla mancanza, a Cesena, di un Museo degno di questo nome che narri le vicende della nostra terra dalle origini, dai primi ritrovamenti fino ad arrivare all’imponente deposito di frammenti di ceramiche e maioliche Malatestiane e dei secoli seguenti, in parte restaurati con opera paziente e qualificata e confinati nell’attuale “invisibilità”.
Del Museo Archeologico, che dovrebbe fare da necessaria introduzione nell’auspicabile (futuribile ?) Museo della Città, nel complesso di Sant’Agostino, si continua a prevedere la collocazione sotto l’Aula del Nuti, in spazi esigui, con numero di reperti (questo il parere e il progetto di due esperti incaricati di recente) ridotto di molto rispetto all’ultimo allestimento, figlio del lavoro di Susini. Spazi, quelli del Refettorio Francescano, che potrebbero con ben altro rilievo, ospitare ad esempio, rassegne ed esposizioni, anche permanenti, sulla presenza Malatestiana a Cesena, sul grande complesso che comprendeva la Chiesa distrutta di San Francesco (dell’abside-caffetteria e della ristrutturazione di Casa Bufalini abbiamo detto ad abundantiam, inascoltati, per anni) e su infinite altre vicende che meriterebbero di essere sottolineate e riportate alla memoria dei visitatori e dei cittadini cesenati (per i quali la Biblioteca fu costituita, alla metà del Quattrocento)
Degli interventi di Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina e della storica dell’arte Tamara Dominici (con presentazione di Orlando Piraccini) troverete il materiale relativo, con molto altro,

CLICCANDO IL “LINK-COLLEGAMENTO”:


In successivo comunicato trasmetterò la registrazione della conferenza di Maria Antonietta Aloisi, Segretaria della Federazione Pensionati CISL di Cesena, dal titolo “Non è un mestiere per donne”, con franche e documentate osservazioni su spazi e ruoli delle donne nella storia delle strutture sindacali, dalle origini ad oggi.

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I prossimi appuntamenti, sempre con inizio alle ore 15,30:
8 OTTOBRE - MARTEDÌ (CISL - Sala Vaienti – Via Renato Serra 15)
Dr. Damiano Zoffoli (Medico, ex Sindaco di Cesenatico, Consigliere Regione Emilia-Romagna, Eurodeputato)
“L’Europa siamo noi. Riflessioni in diretta”

11 OTTOBRE - VENERDÌ (Sala M. Fantini – Via Renato Serra 2/b)
Prof. Giampaolo Venturi (Già docente Licei, storico e pubblicista, Presidente Istituto Carlo Tincani di Bologna)
“Simone Weil: dalla scuola, alla fabbrica, alla guerra, alla scoperta del Cristianesimo...”
15 OTTOBRE - MARTEDÌ (CISL - Sala Vaienti)
Dr. Andrea Paolo Rossi (Oncologo, già Dirigente Ospedale “Maurizio Bufalini”)
“Piccole cose che possono salvarti la vita”

18 OTTOBRE - VENERDÌ (Sala M. Fantini)
Prof. Sergio Pretelli (Già docente Storia Contemporanea Università di Urbino)
“Diritti pochi, mansioni tante. La lunga strada per l’emancipazione femminile”


Un cordiale saluto 
Daniele Vaienti – Presidente UTE di Cesena

Fra i materiali:
Un articolo tratto dal recente settimanale “Il Venerdì” di Repubblica del 27 settembre. Un articolo dello storico dell’arte Tomaso Montanari che è stato autore di un brillante intervento pochi giorni or sono, invitato dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena. L’articolo è, come potrete osservare, di “argomento cesenate”... in qualche modo...

MATERIALI:
·         Registrazione del 24 settembre dell’intervento di S.E. Douglas Regattieri, Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina: “Gesù e le donne”.  PER LE REGISTRAZIONI VOCALI:nel caso di avviso“Impossibile riprodurre questo file audio con il tuo browser” CLICCARE sul BOTTONE “SCARICA(quello con una freccia rivolta verso il basso e con un trattino sotto la punta della freccia), quindi aprire tranquillamente il file scaricato.
·         Registrazione del 27 settembre della conferenza della storica dell’arte Tamara DominiciLeonardo da Vinci invenit. Il leonardismo fiammingo tra sacro e profano”, con gli interventi di Orlando Piraccini.
·         Commento e immagini utilizzate da Tamara Dominici per l’intervento del 27 settembre
·         Monografia (con immagini) di Tamara Dominici su “Quentin Metsys e l’Italia: immagini di un viaggio”
·         Breve articolo su Damiano Zoffoli, relatore l’8 ottobre
·         Articolo “Il Papa è nudo: cosa ci dice davvero lo ‘studio’ di David”, dello storico dell’arte Tomaso Montanari, dal “Venerdì” di Repubblica del 27 settembre 2019
·         Materiale relativo ad un concerto con raccolta fondi per un progetto in Sierra Leone per orfani causati dal virus Ebola. Il concerto è già avvenuto, il giorno 3 ottobre. Chi volesse può informarsi presso l’Associazione Orizzonti onlus di Cesena, con la quale l’UTE ha già collaborato negli anni scorsi
·         Dalla Associazione “Benigno Zaccagnini” un interessante documento: “Proposte per i Quartieri a Cesena


SUCCEDE A CESENA (e ... in giro):
·           Fino al 9 ottobre – a Cesena, Chiesa di Santa Cristina e cripta- Mater Terra – Avvolti dalla Natura. Creazioni artistiche di bambini e ragazzi dell’Atelier Creaviva
·           Dal 6 ottobre – a Ravenna, al Mar – Biennale di Mosaico contemporaneo. Calendario delle aperture. Museo d’Arte della città di Ravenna, Via di Roma, 13 e altri luoghi di Ravenna
·           11 ottobre – a Forlimpopoli, a Casa Artusi e alla Chiesa dei Servi –L’alimentazioni in Romagna nel corso dell’Ottocento. Interventi di Giordano Conti, Dante Bolognesi e Giancarlo Cerasoli
·           12 ottobre – a Cesena, Chiesa di Santo Stefano, Via Friuli (Zona Le Terrazze) – E come potevamo noi cantare. Dalla Grande Guerra alla Grande Pace. Brani, poesie, canzoni lungo un secolo. A cura del Centro per la Pace di Cesena e del Teatro delle Lune
·           13 ottobre – a Savignano sul Rubicone, presso la Rubiconia Accademia dei Filopatridi, Piazza Borghesi, 11- conferimento del Premio Lom d’Or a Bruno Giovanni Gridelli
·           19-20 e 27 ottobre – Cesena, Palazzo del Ridotto– 70° Convegno di Studi Romagnoli: la Romagna contemporanea. Programma
·           26 ottobre – Cesenatico Teatro Comunale– 70° Convegno di Studi Romagnoli: “Nel mattino che par sera”: sul primo tempo di Marino Moretti
·           fino al 28 ottobre - a Cesena, in Malatestiana - Leonardo Da Vinci in viaggio tra Urbino, Cesena e Roma.
·           fino al 29 novembre – a Misano Adriatico, Biblioteca Comunale – “J’Accuse. Nessuno è innocente. Rassegna filosofica. Ciclo di conferenze con, fra gli altri, Massimo Cacciari, Vito Mancuso, Ivano Dionigi, Salvatore Natoli
·           fino al 15 dicembre – a Forlì Palazzo Romagnoli, Via Albicini, 12 – Pittoriche esplorazioni “Rocche e Castelli di Romagna di Giordano Severi.
·           Nota di Orlando Piraccini (uno dei curatori) sulla mostra dedicata a Giordano Severi
·           Dal 7 dicembre al 24 maggio 2020– a Bologna, al Museo Civico Archeologico, Via dell’Archiginnasio- “Viaggio nelle terre dei Rasna”, grande mostra sulla civiltà etrusca in cui
Universita’ della Terza Età di Cesena
C.F.  90011420404
L’Agenzia delle Entrate ci ha comunicato che, dall’indicazione del 5°/°° relativa all’anno 2017, all’Università della Terza Età di Cesena, spettano circa 350 euro.
E’ un contributo importante e non solo simbolico per noi: lo utilizzeremo abbassando le spese per i Soci in occasione della gita a Parma, in primavera. GRAZIE A TUTTI
La nostra attività è basata completamente sul volontariato e non godiamo, ad oggi, di contributi di alcun tipo da parte di Enti Pubblici.
Ci finanziamo con il tesseramento (l’importo è immutato da almeno 15 anni) e possiamo contare sulla amichevole partecipazione di:

venerdì 4 ottobre 2019

Ferrara Museo dell'Ebraismo

MEISHOP - Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah
Via Piangipane, 81 - Ferrara
Dopo i lavori di riallestimento, il 4 ottobre il MEIS riapre le sue porte con una riformulazione della mostra permanente “Ebrei, una storia italiana” il cui percorso si prolunga fino al Medioevo e al Rinascimento.

Nella stessa giornata, il MEIS prende parte al festival di Internazionale a Ferrara: alle 12.00 al MEISHOP lo scrittore e giornalista Wlodek Goldkorn  fa un omaggio alla filosofa Ágnes Heller dal titolo "Contro ogni totalitarismo".
Scomparsa lo scorso luglio, ÁGNES HELLER è stata una delle più importanti pensatrici della nostra storia. Ebrea ungherese sopravvissuta alla Shoah, subito dopo la guerra diventa allieva e assistente di György Lukàcs. Massima rappresentante della Scuola di Budapest, ha insegnato alla New School di New York ricoprendo la prestigiosa cattedra che fu di Hannah Arendt. Si è battuta tutta la vita in prima linea contro ogni forma di totalitarismo e lo scorso anno ha condiviso un commosso ricordo di Anna Frank, nata il suo stesso anno.
"Per Heller - ha scritto Goldkorn - la filosofia è stata strettamente legata alla vita e alla biografia", un elemento che l'ha portata nei suoi studi a dedicarsi ai valori universali come l'amore, il bene e il male, dandosi anche l'opportunità di cambiare il suo pensiero nel corso del tempo. 
Ágnes Heller aveva aderito all'invito del MEIS di presentare a settembre il suo ultimo libro "Il demone dell'amore" (con Francesco Comina e Genny Losurdo, Gabrielli editori).

Durante il weekend di Internazionale a Ferrara venerdì 4 e sabato 5 alle 11 e alle 16 e domenica 6, alle 11.30 e alle 16.00, visite guidate al MEIS. Costo 12 euro, prenotazione obbligatoria presso l'Infopoint del Festival (Piazza della Cattedrale). Qui le info e il programma.

mercoledì 28 agosto 2019

La Guerra di Liberazione Una guerra su cinque fronti



Relazione al Convegno
"La crisi armistiziale ed il Valore Militare"
In occasione della
 Giornata del decorato 2019
 Torino 6 aprile 2019
scuola di applicazione dell'Esercito

La Guerra di Liberazione: una guerra su cinque fronte 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945

Massimo Coltrinari

La lotta che il popolo italiano intraprese, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943 con le Nazioni Unite può essere intesa come un tutto uno, ovvero una opposizione armata al nazifascismo ed adesione alla coalizione antihitleriana. Scopo di questa pubblicazione è quello di presentare l’approccio che abbiamo adottato per la Guerra di Liberazione, ovvero la Guerra di Liberazione intesa come una “guerra” combattuta su più  fronti  uniti nella lotta in nome di una Italia diversa e democratica.
I fronti nascono al momento della dichiarazione di armistizio, l’8 settembre 1943, quando gli Italiani si sono trovati di fronte a stessi ed ognuno ha dovuto fare la sua scelta, come vedremo più avanti. Si sono verificate situazioni che devono essere tutte intese in un unico insieme, nessuna esclusa, altrimenti si fa una ricostruzione palesemente priva dei suoi elementi fondamentali.
Come dobbiamo considerare questi fatti:
. Il ten. col.  Zignani e il col. Raucci: fucilati il 17 novembre 1943 ad Elbassan in Albania dai tedeschi, in uniforme con le stellette al bavero, perché a capo di unità combattenti del C.I.T.a.M.
. 197 Sottotenenti giurano fedeltà al Re ed alla Patria nel campo di concentramento tedesco di Darlan in Polonia il 23 novembre 1943
. Le I.S.U. lavorano, nel gen. 1944,  24 ore al giorno con turni di 8 ore al porto di Boston per alimentare il Corpo di Armata Americano che sbarcherà in Normandia
. Il gen. Raffaele Cadorna è al comando del Corpo Volontari della Libertà nel Nord Italia riconosciuto da tutte le forze “ribelli” operanti
. Il I Raggruppamento Motorizzato attacca sulla stretta di Mignano Montelungo l’8 e il 16 dicembre 1916 inquadrato nella 36 Divisione Texas USA
.Mussolini, capo della Repubblica Sociale Italiana, proclama nel 1944 la socializzazione
. Il cap. dei Carabinieri Reali Pezzella a capo della compagnia di Reali Carabinieri  svolge compiti di polizia militare sulla testa di ponte di Anzio dal 22 gennaio al 25 maggio 1944, in sostituzione delle Polizie militari britanniche e statunitensi; con lui artiglieri e genieri italiani “ccoperatori” sono sulla medesima testa di ponte
. La Divisione “Garibaldi”, ex divisione 2Venezia” e altre unità italiane composta da unità alpine combatte in Montenegro (Zavattaro-Ardizi)
. La Balkan Air Force composta totalmente da personale militare italiano con basi  nelle Puglie rifornisce le unità jugoslave per conto degli Alleati
. Il fronte militare clandestino di Roma (gen. Bentivegna)con la sua attività informativa salva dalla distruzione  la testa di ponte alleata di Anzio
.  4000 Italiani in uniforme tedesca (Whermach) difendono Praga nell’aprile 1945
.Le Divisioni Friuli e Cremona liberano la Corsica dall’8 al 21 settembre 1943  e consegnano l’Isola alle forze Francesi sopraggiunte
Hanno oltre 700 morti e 100 feriti
. La Divisone Perugia rimane in armi (oltre 10.000 uomini) nell’area di Santi Quaranta fino al 3 ottobre 1943, 8 giorni dopo la resa della Divisone acqui, In attesa dell’arrivo dei soccorsi promessi dall’Italia.
Tutti questi episodi dimostrano come degli Italiani, in virtù delle loro scelte erano schierati a fianco degli alleati che combattevano la coalizione hitleriana, oppure erano inquadrati in formazioni tedesche con addosso uniformi tedesche, oppure avevano seguito Mussolini nella scelta repubblicana del fascismo post regime.
Appare quanto mai evidente che il binomio “ribelle” o “bandito” o “patriota” (che oggi si racchiude in una parola unica coniata nei suoi significati attuali nel dopoguerra, “partigiano”) e “repubblichino” o “fascista” “ o “ragazzi di  Salò” per indicare color che rimasero fedeli al fascismo “ movimento” e fascismo “regime”, o fedeli alla vecchia alleanza con la Germania per loro scelta, è quanto mai riduttivo e soprattutto forviante.
Si sono affastellate negli ultimi varie interpretazioni degli eventi che stanno cancellando oggi fatti ed eventi che non sono in linea con queste interpretazioni. Quella più evidente è il sillogisma discendente dalla appropriazione integrale del Partito Comunista Italiano di quello che è stato il fenomeno della “Resistenza”, ovvero della lotta condotta contro tedeschi e fascisti nei territori centrosettentrionali dell’Italia sotto occupazione germanica. Questa appropiazione, che in pratica significava escludere tutte le altre componenti democratiche della resistenza ha portato alla cancellazione della “Resistenza” in virtù del principio “quando una parte si impossessa del tutto, il tutto scompare” Ed infatti oggi la Resistenza è sinonimo di parte, “di comunismo”.  Scomparsa la  Unione Sovietica nel 1989, scomparsi i partiti comunisti, scomparso il comunismo, ecco quindi che scompare anche la “Resistenza”, essendo questa emanazione (erronea) del comunismo.
Altra affastellazione il progressivo recupero dei fascisti, soprattutto di fronte a se stessi  della realtà: la responsabilità di una seconda guerra mondiale  condotta dall’Italia in modo vergognoso, dopo che per venti anni si era governato e proclamato le virtu guerriere del fascismo; 39 mesi di sconfitte, che portarono anche al disprezzo anche manifesto dell’alleato germanico; la tragedia del 25 luglio, dove i Gerarchi del Gran Consiglio del Fascismo decretano la fine del “ regime, consegnano Mussolini al Re, e scompaiono, così come scompare in tre giorni i Partito Nazionale Fascista, senza che nessuno lo difensa;  il fascismo, che si voleva rigenerare, nella repubblica sociale, che si traduce in un altro fallimento il cui epilogo, la fuga di Mussolini e dei gerarchi da Milano, è ancora più sintomatico, responsabili di aver trasformando l’Italia in un campo di battaglia per eserciti stranieri, cosa che non succedeva da oltre due secoli  Di fronte a questa serie di fallimenti, rimane infine il fatto che si collaborò allo sterminio di ebrei, prima con Le Leggi Razziali del 1938, poi collaborando alacremente a riempire i treni di donne vecchi e bambini verso i campi di sterminio tedeschi, in quella che è il crimine collettivo più orrendo del novecento. I fascisti  con questo pesante fardello passarono i decenni  del dopoguerra emarginati, covando rivincite e rancori, poco meditando e riflettendo sui propri errori e le cause delle loro disfatte. I partiti usciti dalla guerra governarono l’Italia ma via via, scomparsi i capi storici persero la loro idealità nata nel 1943- 1945 e via via si fecero penetrare ed infiltrare dalla corruzione e dall’antistato (mafia, camorra, ed altro) che li disintegrarono venendo meno agli ideali, alla moralità ed all’etica che li aveva ispirati al momento della loro ricostituzione nel 1942-1943.
La disintegrazione dei partiti nati nella Guerra di Liberazione ha lasciato spazio all’avvento di una classe politica sempre più distante da probità, coerenza e serietà, in cui prevale a governare solo un terzo di essa, in una alternanza che lascia sempre sperare in qualcosa di accettabile ma che in realtà porta solo a delusioni e nuove speranze, ma con il risultato di constatare un impoverimento, dall’inizio del nuovo secolo, sempre crescente, in una crisi economica e finanziaria che non si riesce né ad affrontare n ad arrestare.
In questo contesto gli ideali generati e praticati della Guerra di Liberazione sono evaporati ed oggi siamo, in un populismo crescente come all’inizio del 1943, quando si era persa ogni fiducia nella classe dirigente, la situazione presentava prospettive quanto mai allarmanti e soluzioni possibili non palesamente individuabili.
Quelle che poi andarono a realizzarsi furono tali che ogni italiano, crollando ogni cosa, fu chiamato ad affrontarle personalmente. Se il sistema non è in grado di risolvere le crisi occorre cambiare il sistema, tenendo presente che, qualsiasi classe dirigente deve tenere presente che non ha nessun potere, perché il potere, come il passato dimostra, appartiene al popolo. Ed il popolo è composto da ogni singolo individuo che è chiamato a contribuire alla scelta.
Come all’indomani della crisi armistiziale: ognuno fu chiamato a fare la propria scelta, e a subirne le conseguenze.
 E’, per gli italiani tutti, il momento delle scelte:
. Chi rimane fedele al “Ventennio”
. Chi abiura il Fascismo e sceglie il Nazismo (Soldati del Reich/SS It).
. Chi è deluso di tutto e di tutti e si chiude in una indifferenza assoluta.
. Chi si sottrae alla politica ed alla guerra per vedere gli sviluppi
. Chi lascia agli Alleati il compito di liberare l’Italia (opportunisti).-  . . Chi cerca di approfittare della situazione (profittatori, criminali).
. Chi decide di impegnarsi e combattere e collabora con gli Alleati,  per un Italia diversa (combattenti in Italia e all’estero).
. Chi prende le armi e si riunisce in bande ( Ribelli/ Patrioti)
. Chi non accetta proposte e rimane in prigionia ( Internati)
. Chi, prigioniero, collabora. (Prigionieri di Guerra)  
. Chi non accetta questo stato di cose e soccombe a se stesso, suicindandosi
I  fronti individuati sono i seguenti:
Quello del Sud, (I Fronte) dell'Italia libera, ove gli Alleati tengono il fronte e permettono al Governo del Re d'Italia di esercitare le sue prerogative, seppure con limitazioni anche naturali per esigenze belliche. Appena queste esigenze vengono meno, i vari territori liberati vengono restituiti alla amministrazione regia. Sarà la condizione dell’Italia, in forme sempre meno marcate fino al 10 febbraio 1947, data della firma del Trattato di Pace con le Nazioni Unite.  Il Governo del Re è il Governo legittimo d'Italia che gli tutte le Nazioni Unite, con capofila l'URSS che fu la prima a stabilire rapporti exstraarmistiziali con il Regno del Sud, riconoscono.
Quello del Nord, (II Fronte), dell'Italia occupata dalla Germania, con i territori che sono sotto il diretto controllo del Reich (in cui sono state annesse l’Alto Adige ed in Friuli Venezia Giulia)  che dispone senza alcun limite a seconda dei suoi interessi. Qui il fronte è clandestino e la lotta politica è condotta dal C.L.N., composti questi dai risorti partiti antifascisti. E' il grande movimento partigiano dei nord Italia, che sarà guidato dal CLNAI.
Quello della Resistenza degli Internati Militari Italiani, (III Fronte)  ovvero dei soldati italiani, rastrellati e internati in Germania nei mesi di settembre ed ottobre 1943 a seguito della reazione germanica alla nostra firma armistiziale, nonostante gli inviti e le offerte di aderire alla coalizione hitleriana, opposero un deciso rifiuto di aderire alla  Germania ed alla Repubblica Sociale Italiana, che, nei fatti, fu  delegittimata.
Quello della Resistenza dei militari italiani all'estero, (IV Fronte) Soldati che, trovatesi isolati all’estero dalle vicende armistiziali, tentarono di sottrarsi alla cattura germanica e in gran parte entrarono nei movimenti di resistenza locali. Era un fronte questo non conosciuto, dimenticato, caduto nell'oblio nell’oblio fino agli inizi delgi anni ‘90. E' la lotta dei nostri soldati che si sono inseriti nelle formazioni partigiane locali per condurre, in nome della liberta e della democrazia e di un futuro migliore per tutti la lotta ai tedeschi, sopratutto in Jugoslavia, in Grecia,  in Albania. E’ l’afflatto europeistico della lotta di liberazione.
L’ultimo fronte è quello della Prigionia Militare Italiana della seconda guerra mondiale. (V) Fronte) Nei 39 mesi di guerra le vicende non certo fortunate delle armi italiane portarono a lasciare nelle mani ei nostri nemici centinaia di migliaia di soldati, come prigionieri di guerra, tutelati e trattati secondo la convenzione di Ginevra del 1929. Al momento dell’armistizio la loro sorte fu ibrida: anziché essere restituiti all’Italia furono trattenuti dai loro detentori e attraverso vicissitudini, alcune drammatiche, si inserirono indirettamente nello sforzo contro la coalizione hitleriana  come cobelligeranti, cooperatori, alleati. Una vicenda completamente dimenticata, ma che deve essere inserita nella Guerra di Liberazione come lotta indiretta e soprattutto per il retaggio di democrazia e di libertà che questi uomini portarono al loro rientro in Patria e che sarà uno degli elementi connettivi della ricostruzione del dilaniato tessuto sociale italiano.  
Se dal piano generale si scende su quello individuale, allora la Guerra di Liberazione ha una ulteriore più vasto profilo.
Il singolo militare, il singolo cittadino atto alle armi, ma anche tutto il resto della popolazione, gli anziani, i bambini, le donne, parteciparono volenti o nolenti alla guerra, che fu combattuta in tutte le contrade d’Italia, nessuna esclusa. Fu una partecipazione imposta, a cui nessuno si potè sottrarsi ed è per questo che assunse il carattere popolare e che per questo ha inciso ed incide così profondamente nel tessuto sociale della Nazione.
Fu una partecipazione, diretta o indiretta, che assunse aspetti diversissimi. Una partecipazione che si esplicò per varie vie, spesso seguendo scelte le più disparate: chi come rifiuto di consegnarsi ai tedeschi; chi, catturato, finì nei campi di concentramento in Germania e in Polonia; chi entrò nelle file partigiane e prese le armi; chi rientrò in Italia del Sud e nella stragrande maggioranza entrò nelle file dell'Esercito dei Re; chi visse, senza cedere, sui monti in Italia e all'Estero per  non consegnarsi ai tedeschi e non collaborare, chi nei campi di Prigionia degli ex-Nemici, ora Alleati, accettò di collaborare in nome del contributo che l'Italia doveva dare per un domani migliore, chi subendo le privazioni, le miserie, le violenze dell’occupante, chi chinando il capo non avendo forza, coraggio ed armi per reagire, chi cercando solo di sopravvivere alle situazioni le più difficili in quell’attendismo più morale che materiale che in molte circostanze non era altro che l’espressione della profonda delusione e disillusione che la classe dirigente fino allora al potere aveva generato con le proprie scelte e i propri comportamenti.
E’ La guerra degli Italiani, del 1943- 1945, che non è una guerra civile, in quanto anche combattuta con nemici invasori, ma con caratteristiche precise
. Si è volontari, nessuna autorità chiama a combattere.
. Vi è solo rischio.
. Non  vi è dichiarazione di guerra
    . Non si conclude con un armistizio o con il trattato di pace
    . Il compenso: solo la speranza di un Italia migliore.
 A tutti i fronti della Guerra di Liberazione si accede perchè volontari. Significativo che nella Repubblica Sociale Italiana continua la chiamata alle armi, con la cartolina precetto, che fu una delle manifestazioni indirette di adesione alla Guerra di Liberazione con il rifiuto e l’andata in montagna di centinaia di giovani che irrobustirono notevolmente il fronte del nord alimentando il movimento partigiano. Nella Guerra di Liberazione si hanno diverse figure giuridiche come il ribelle, il bandito, il perseguitato, il deportato, il rastrellato, il patriota, il prigioniero, l'internato, l'ostaggio, oltre che il soldato, tutte figure che si delineano a seconda del fronte con cui si combatte.
Pur nella varietà delle esperienze, pur nella diversificazione dei “fronti”, la Guerra di Liberazione rimane una guerra Unitaria. Nonostante ogni sforzo nazifascista di dividere e mettere le sue componenti l’un contro l’altra, la Guerra di Liberazione fu una guerra unitaria ed il “fronte” rimase unitario, nella volontà ferma di sconfiggere la coalizione hitleriana.
Chi si impegnò, come diceva Luciano Bolis, portò il proprio "granello di sabbia". Ognuno nella diversità di grado ma non di natura, diede il suo contributo, il suo “granello di sabbia”, su fronti diversi, affinché si realizzasse una Italia diversa da quella della prima metà del novecento.
Una guerra, quella di Liberazione, che non può non conoscere il suo nemico, la coalizione hitleriana.  Un approccio che non può dimenticare coloro che, in Italia,  rimasero fedeli alla vecchia Alleanza, che si ritrovarono a combattere o nelle fila delle Forze Armate e delle Organizzazioni tedesche oppure a militare nella Repubblica Sociale Italiana. Non un revisionismo, non un mascherato ritorno al fascismo o al neo fascismo, non una adesione a forme più o meno velate di negazionismi, ma una volontà di conoscere il perché tanti uomini, interi popoli, commissero efferatezze e violenze contro altri uomini ed altri popoli, che mai nella recente storia umana in un Europa che si considerava civile, cristiana, e culturalmente avanzata, si erano palesati e che rappresenta una delle macchie nere del secolo appena passato. Un fascismo gia di movimento, già di regime, e quindi repubblicano e sociale, che in oltre venticinque anni di potere incise sulla storia d’Italia, senza mai essere chiamato a rispondere delle sue scelte e dei suoi comportamenti, generando un passato che non passa, con la reale prospettiva di ripetere gli stessi errori e generare tragedie che furono la maledizione dei nostri padri. 
Dopo quanto detto, possiamo collocare gli episodi che sopra abbiamo riportato ad un preciso fronte della Guerra di Liberazione
. Il ten. col.  Zignani e il col. Raucci: fucilati il 17 novembre 1943 ad Elbassan in Albania dai tedeschi, in uniforme con le stellette al bavero, perché a capo di unità combattenti del C.I.T.a.M. ((III Fronte)
. 197 Sottotenenti giurano fedeltà al Re ed alla Patria nel campo di concentramento tedesco di Darlan in Polonia il 23 novembre 1943 (IV Fronte)
. Le I.S.U. lavorano, nel gen. 1944,  24 ore al giorno con turni di 8 ore al porto di Boston per alimentare il Corpo di Armata Americano che sbarcherà in Normandia
 (V Fronte)
. Il gen. Raffaele Cadorna è al comando del Corpo Volontari della Libertà nel Nord Italia riconosciuto da tutte le forze “ribelli” operanti (II Fronte)
. Il I Raggruppamento Motorizzato attacca sulla stretta di Mignano Montelungo l’8 e il 16 dicembre 1916 inquadrato nella 36 Divisione Texas USA(I Fronte)
.Mussolini, capo della Repubblica Sociale Italiana, proclama nel 1944 la socializzazione (Coalizione Hitleriana)
. Il cap. dei Carabinieri Reali Pezzella a capo della compagnia di Reali Carabinieri  svolge compiti di polizia militare sulla testa di ponte di Anzio dal 22 gennaio al 25 maggio 1944, in sostituzione delle Polizie militari britanniche e statunitensi; con lui artiglieri e genieri italiani “ccoperatori” sono sulla medesima testa di ponte (I Fronte)
. La Divisione “Garibaldi”, ex divisione 2Venezia” e altre unità italiane composta da unità alpine combatte in Montenegro (Zavattaro-Ardizi) (III Fronte)
. La Balkan Air Force composta totalmente da personale militare italiano con basi  nelle Puglie rifornisce le unità jugoslave per conto degli Alleati (I Fronte)
. Il fronte militare clandestino di Roma (gen. Bentivegna)con la sua attività informativa salva dalla distruzione  la testa di ponte alleata di Anzio (II Fronte)
.  4000 Italiani in uniforme tedesca (Whermach) difendono Praga nell’aprile 1945 (Coalizione Hitleriana)
.Le Divisioni Friuli e Cremona liberano la Corsica dall’8 al 21 settembre 1943  e consegnano l’Isola alle forze Francesi sopraggiunte
Hanno oltre 700 morti e 100 feriti (I Fronte)
. La Divisone Perugia rimane in armi (oltre 10.000 uomini) nell’area di Santi Quaranta fino al 3 ottobre 1943, 8 giorni dopo la resa della Divisone acqui, In attesa dell’arrivo dei soccorsi promessi dall’Italia. (III Fronte)

La Guerra di Liberazione 1943 – 1945 che comprende lo scontro ideologico tra fascismo e comunismo, le due fallite e fallimentari ideologie del novecento che provocarono milioni di morti, che comprende il tradizionale predominio violento ed occupatore tedesco in Italia, prima con l’Austria Ungheria e, scomparsa questa, con La Germania, a cui ci si oppose con il primo Risorgimento (1849 – 1918) e poi, secondo Risorgimento, con l’opposizione armata e non (1943-1945), che comprende la grande volontà di attuare i principi della Costituzione della Repubblica Romana del 1849, che rappresenta la matrice per avere una Nazione italiana monda da concetti ormai superati in grado di dare una prospettiva nuova, una idealità, una prosperità e una prospettiva per le future generazioni accettabili e quindi creare un Stato libero, partecipativo in cui tutti possono riconoscersi.
Se la Guerra di Liberazione del 1943 - 1945 è tutto questo può rappresentare un filone di ricerca, almeno per gli aspetti limitati al caso italiano, che permette di riportare alla luce tanti episodi ormai avvolti nel buio, ed avviare un dibattito che possa contribuire a superare il momento difficile che si sta attraversando.