Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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mercoledì 30 maggio 2018

Che Cosa E' il Valore?



 di GIANCARLO RAMACCIA*

Generale Gonzaga del Vodice, due Medaglie d'Oro al Valor Militare


"In sul paese ch'Adice e Po riga. Solea valore e cortesia trovarsi".
Certo per Dante Alighieri il Valore non era altro che sinonimo di nobiltà d'animo, di virtù. Per molti oggi è una definizione desueta, anacronistica ed arcana, incomprensibile ai più. Per tanti, troppi, oggi, esso non è altro che il costo di produzione di un bene, in questa nostra società consumistica e post industraile che tutto svilisce, dove impera il capitalismo immateriale e tutto è riconducibile al solo unico fattore economico. Questa sua radice, non sola e non la più importante, fa premio su tutti gli altri significati che un tempo la precedevano ed erano prevalenti e ne svilisce il suo significato filosofico più profondo, il suo "dover essere".

Per secoli il termine Valore ha indicato la misura non comune delle doti morali ed intellettuali di un uomo o delle capacità manifeste nell'ambito delle Arti e Mestieri. Era "NOBILTA' D'ANIMO"  o nella sua eccezzione militare "VALENTIA BELLICA". Di questa valentia, di questo coraggio, ardimento, eroismo, vogliamo trattare nell'oggi e nel tempo passato. Per questo motivo il CESVAM, in pieno accordo con la Presidenza Nazionale e la piena e fattiva collaborazione del Direttore del Periodico Nazionale dell'Istituto, ha elaborato un progetto di ricerca da sviluppare nel prossimi anni sul tema: "Il Valore Militare nel tempo". Ciò nasce da ragionamenti e dibattiti interni al Centro Studi che non vuole e non può essere un cenacolo di specialisti appassionati e cultori di storia e in particolare di storia militare o storia della guerra, come quelli che già esistono, ma deve legarsi fattivamente e fortemente alla storia dell'Istituto del Nastro Azzurro. Istituto fondato nel lontano 1923 e che tra qualche anno festeggia il suo primo centenario.

Istituto che ha accompagato per un lungo periodo le vicissitudini della nostra Nazione e dello Stato unitario italiano. Sempre tra le sue fila ha annoverato e continua, orgogliosamente, ad annoverare come Soci i Decorati al Valore Militare e del "Valore" si sente custode e depositario per conto di tutta la Comunità Nazionale con nessuno escluso.

A tal fine il tema della giornata di studi riguardante le manifestazioni che accompagnano la Giornata del decorato, che si terrà a Roma nel prossimo aprile, avrà come tema "Il Valore Militare dall'Unità d'Italia alla crisi armistiziale del 1943." E' il primo approccio a questa probematica, il primo momento di verifica e riflessione pubblica, in cui si presentano i lavori di ricerca che dovranno essere approfonditi e discussi nei prossimi appuntamenti, tutti ancora da costruire, ma che vedranno il Periodico come strumento di informazione e comunicazione di iniziative in merito. Il programma che si articola nella analisi del Valore Militare nelle diverse epoche storiche, partendo dalla antichità fino ad oggi, per comprendere l'evoluzione dei significati che le diverse epoche e società hanno dato al termine stesso. Si focalizza per il momento sul secolo che ci precede in qesto nostro travagliato novecento, segnato da due guerre mondiali che ci vedono protagonisti e lì abbiamo individuato "un buco nero nella nostra storia patria". Esso riguarda il periodo che segue l'8 settembre 1943 e termina con la piena liberazione d'Italia e la nascita della attuale Repubblica. In questo periodo dove si sommano nella medesima guerra più guerre.

La Guerra di Liberazione dallo straniero che occupa il nostro territorio, la guerra civile iniziata nel 1919 e ripresa con la caduta del regime fascista ed infine la guerra sociale mai sopita dalla nascita dall'Unità d'Italia come lo storico Mario Pavone ha sapientemente descritto nel suo libro "Una guerra civile". E' in questo confuso periodo che per noi Italiani va definito e rintracciato il "Valore Militare" che mai può essere di parte o di una sola parte per la sua esemplarità che è propria di ogni pedagogia sociale. Ricercare e definire il significato di "Valore Militare" significa in questo caso anche ricucire una parte della comune storia Patria. Superando e sanando quelle fratture che nel tempo non possono non erodere il comune senso di appartenza nazionale, rendendo fragile le Istituzioni preposte al consenso della comunità, e così impedendo di riconoscersi appieno, con convinzione, cittadini di un medesimo Stato.

 Professore. Vice Direttore del CESVAM.


Nota:
 Chi desidera intervenire nel dibattito è pregato di utilizzare questo post cliccando su "Commenti" oppure scrivere a: centrostudicesvam@istitutodelnastroazzurro.org

martedì 15 maggio 2018

Pittori e Palazzo Salviati: Francesco Albani


Scheda a cura di Adele Pizzullo



ALBANI, Francesco (1578-1660)
Nacque a Bologna nel 1578, secondogenito di un mercante di seta, alla morte del padre nel 1590 Francesco entrò nella bottega bolognese del pittore Denijs Calvaert, dove studiarono pittura anche Domenichino e Guido Reni. Nel 1595 lasciò la bottega del fiammingo per entrare a far parte della scuola dei Carracci. Tra il 1596 e il 1598 partecipò alla decorazione dell’oratorio di San Colombano e, sempre a Bologna, agli affreschi con le Storie tratte dall’Eneide in Palazzo Fava. Nel 1599 fu nel Consiglio dei Trenta dell’Arte dei Pittori di Bologna e, nello stesso anno, realizzò la tela con la Madonna e le Sante Caterina e Maddalena per la chiesa dei santi Fabiano e Sebastiano. Dal 1601 al 1602 fu a Roma con il Reni per studiare le opere di Raffaello e Annibale Carracci. È qui che, sull’orma di Annibale, il suo stile si elevò a quella audace sintesi di ellenismo veneto-raffaellesco di cui Nicolas Poussin farà più tardi tesoro. A Roma lavorò alacremente alla decorazione di due cappelle: la Cappella Aldobrandini a San Carlo al Corso e la Cappella Herrera in San Giacomo degli Spagnoli. Partecipò inoltre alle decorazioni di Palazzo Mattei (Sogno di Giacobbe), Palazzo Verospi al Corso (L’allegoria del tempo) e Palazzo Giustiniani a Bassano di Sutri (La caduta di Fetonte), a fianco di Domenichino e dell’allievo Giovanni Battista Viola. Ancora a Roma decorò tra il 1612 e il 1614 l’abside della Cappella Maggiore di Santa Maria della Pace. Dopo aver lavorato alla corte di Mantova tra il 1621 e il 1622, tornò a Roma per due anni e vi realizzò, su commissione di Scipione Borghese, i grandi tondi delle Storie di Venere e Diana (1625). Poi si stabilì definitivamente a Bologna, dove, fra il 1630 e il 1632 affrescò la Cappella Cagnoli di Santa Maria di Galliera e dipinse l’Annunciazione per la chiesa di San Bartolomeo. Nel 1633 Giovan Carlo de’ Medici lo chiamò a Firenze per ultimare i quadri ordinati dal duca di Mantova. La sua ultima opera è stata forse il Riposo nella fuga in Egitto, dipinto per Vittoria de’ Medici e oggi conservato a Palazzo Pitti.
Morì a Bologna il 4 ottobre 1660.
Del pittore risultano in “Palazzo Salviati alla Lungara” quattro opere, un Ecce Homo in mezza figura con tre angeli, nella Camera delle Udienze, due Virtù e un San Giovanni a figura intera, che si trovavano nella camera del cantone verso strada accanto al Gabinetto.  

sabato 5 maggio 2018

I Martiri di Carta Volume di Franz Roseler ed Enrico Serventi Longhi sui Giornalisti caduti nella Grande Guerra

Sarà presentato giovedì 10 maggio alle ore 13,30 al Salone del Libro di Torino il volume “Martiri di carta. I giornalisti caduti nella Prima Guerra Mondiale”, curato da Pierluigi Roesler Franz ed Enrico Serventi Longhi, edito da Gaspari Editore - Udine per conto della Fondazione sul giornalismo "Paolo Murialdi" con sede in Roma. 

( Nota a cura del CESVAM - Centro Studi sul Valor Militare, centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)

Giovedì 10 maggio alle ore 13,30 sarà presentato al Caffé Letterario del "Salone  del Libro" di Torino (padiglione di Lingotto Fiere in via Nizza 280) il volume “Martiri di carta. I giornalisti caduti nella Prima Guerra Mondiale”, curato dal giornalista Pierluigi Roesler Franz e da Enrico Serventi Longhi (assegnista di ricerca e professore a contratto alla Sapienza, Università di Roma - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche), ed edito da Gaspari Editore - Udine per conto della Fondazione sul giornalismo "Paolo Murialdi" con sede in Roma, cliccare su: http://www.salonelibro.it/it/component/content/article/302-programma/2018/20646-martiri-di-carta-i-giornalisti-caduti-nella-grande-guerra-18013.html

All'incontro parteciperanno anche il coordinatore scientifico del Centro studi sul Giornalismo «Gino Pestelli» di Torino Mauro Forno, il Segretario generale della Fondazione sul giornalismo "Paolo Murialdi" e Direttore della FNSI Giancarlo Tartaglia e l'editore Paolo Gaspari. 

Nel volume (448 pagine), frutto di 7 anni di ricerche, si racconta la storia - finora mai scritta - di 264 intellettuali di tutte le Regioni (scrittori, letterati, critici letterari, poeti, poeti-soldato, poeti dialettali, lettori di poesia, umoristi, vignettisti, disegnatori satirici, caricaturisti, pupazzettisti, illustratori, xilografi, paroliberisti, stenografi, teosofi, anarchici, musicisti, sportivi, dirigenti sportivi, registi del cinema muto, nonché pittori, acquafortisti, matematici, ingegneri ed architetti anche futuristi) e in gran parte decorati al valor militare (fra i quali Battisti, Serra, Gallardi, Niccolai, Umerini, Stuparich e Timeus Fauro) morti nel conflitto mondiale 1914-1918.

La maggior parte dei caduti erano giovani ventenni che, provenienti da tutte le parti d’Italia ed alcuni tornati appositamente dall'estero, avevano cominciato a scrivere su grandi e piccoli giornali (una dozzina di testate sono ancora in edicola a distanza di un secolo) e riviste. Si tratta in gran parte di personaggi di assoluto rilievo storico e di notevole importanza, rimasti purtroppo fino ad oggi del tutto sconosciuti.

Tutti gli scritti sono corredati da note esplicative, fotografie d’epoca, ritratti dei protagonisti e mappe dei luoghi delle battaglie in cui "i martiri di carta" hanno perso la vita combattendo eroicamente per la patria. Vi figurano cattolici ed ebrei, nonché patrioti, politici, sindacalisti, nazionalisti, interventisti, neutralisti, massoni, socialisti, radicali, democratici, liberali, repubblicani, mazziniani, irredenti (trentini, giuliani, dalmati e istriani), garibaldini e nipoti di garibaldini della spedizione dei Mille, ex combattenti in Libia, Benadir, Eritrea e a Rodi.

Alcuni giornalisti erano stati chiamati alle armi, mentre altri erano andati volontari al fronte quasi tutti come ufficiali in rappresentanza dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica. Tra di essi non mancano direttori di giornali, figli di ministri e persino un deputato in carica, che avevano deciso di partire per il fronte, rinunciando alla carriera e a posizioni di prestigio per seguire coerentemente i propri ideali. Ed hanno quindi immolato la loro vita per la patria. Ma sono poi finiti ingiustamente nell'oblìo per 100 anni, mentre, invece, dovrebbero essere onorati e ricordati come meritano anche per tramandare la loro memoria ai giovani e alle future generazioni.

Nel panorama storiografico e giornalistico mancava un lavoro capace di unire biografie, storia sociale, storia militare e storia politica. Si tratta di un contributo capace di interessare storici, giornalisti, appassionati e semplici lettori, anche in virtù della categoria scelta, quella dei giornalisti: storie vere, di uomini in carne in ossa, restituite grazie a una sistematica ricerca storica basata su un'ampia bibliografia, su centinaia di articoli di giornali e su documenti d’archivio. 

La pubblicazione, ricca di aneddoti ed illustrata da immagini e dai volti dei caduti, rappresenta la prima attività di studio e ricerca svolta dalla Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” e si colloca nell’ambito delle iniziative nazionali per la celebrazione del centenario della partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra. Si acclude in calce il relativo invito.

La Fondazione di studi sul giornalismo "Paolo Murialdi" sarà presente al "Salone del Libro" di Torino che si svolgerà al Lingotto dal 10 al 14 maggio. Lo stand della Fondazione "Murialdi" si trova al Padiglione 1, posizione D21.

La Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi” (http://www.fondazionemurialdi.it/) è stata costituita dai quattro organismi della categoria (Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani e Cassa Autonoma di Assistenza Integrativa dei Giornalisti Italiani) con lo scopo di raccogliere e mettere a disposizione degli studiosi e dei ricercatori tutta la documentazione sulla vita e sulla storia del giornalismo italiano. Ha sede in Roma in un prestigioso ufficio in via Valenziani 12/a a pochi metri dalla Breccia di Porta Pia. La sua attività è volta anche alla promozione e alla pubblicazione degli studi sul giornalismo, all’organizzazione di convegni e dibattiti e all’istituzione di borse di studio e di ricerca. E’ intitolata a Paolo Murialdi che è stato giornalista, sindacalista della categoria e storico del giornalismo, nonché Presidente della FNSI dal 1974 al 1981.