Scheda a cura di Adele Pizzullo
ALBANI, Francesco (1578-1660)
Nacque a
Bologna nel 1578, secondogenito di un mercante di seta, alla morte del padre
nel 1590 Francesco entrò nella bottega bolognese del pittore Denijs Calvaert,
dove studiarono pittura anche Domenichino e Guido Reni. Nel 1595 lasciò la
bottega del fiammingo per entrare a far parte della scuola dei Carracci. Tra il
1596 e il 1598 partecipò alla decorazione dell’oratorio di San Colombano e,
sempre a Bologna, agli affreschi con le Storie
tratte dall’Eneide in Palazzo Fava. Nel 1599 fu nel Consiglio dei Trenta
dell’Arte dei Pittori di Bologna e, nello stesso anno, realizzò la tela con la Madonna e le Sante Caterina e Maddalena
per la chiesa dei santi Fabiano e Sebastiano. Dal 1601 al 1602 fu a Roma con il
Reni per studiare le opere di Raffaello e Annibale Carracci. È qui che,
sull’orma di Annibale, il suo stile si elevò a quella audace sintesi di
ellenismo veneto-raffaellesco di cui Nicolas Poussin farà più tardi tesoro. A
Roma lavorò alacremente alla decorazione di due cappelle: la Cappella
Aldobrandini a San Carlo al Corso e la Cappella Herrera in San Giacomo degli
Spagnoli. Partecipò inoltre alle decorazioni di Palazzo Mattei (Sogno di Giacobbe), Palazzo Verospi al
Corso (L’allegoria del tempo) e
Palazzo Giustiniani a Bassano di Sutri (La
caduta di Fetonte), a fianco di Domenichino e dell’allievo Giovanni
Battista Viola. Ancora a Roma decorò tra il 1612 e il 1614 l’abside della
Cappella Maggiore di Santa Maria della Pace. Dopo aver lavorato alla corte di
Mantova tra il 1621 e il 1622, tornò a Roma per due anni e vi realizzò, su
commissione di Scipione Borghese, i grandi tondi delle Storie di Venere e Diana (1625). Poi si stabilì definitivamente a
Bologna, dove, fra il 1630 e il 1632 affrescò la Cappella Cagnoli di Santa
Maria di Galliera e dipinse l’Annunciazione
per la chiesa di San Bartolomeo. Nel 1633 Giovan Carlo de’ Medici lo chiamò a
Firenze per ultimare i quadri ordinati dal duca di Mantova. La sua ultima opera
è stata forse il Riposo nella fuga in
Egitto, dipinto per Vittoria de’ Medici e oggi conservato a Palazzo Pitti.
Morì a Bologna il 4 ottobre 1660.
Del pittore risultano in “Palazzo Salviati alla Lungara” quattro opere, un Ecce Homo in mezza figura con tre angeli, nella Camera delle Udienze, due Virtù e un San Giovanni a figura intera, che si trovavano nella camera del cantone verso strada accanto al Gabinetto.
Morì a Bologna il 4 ottobre 1660.
Del pittore risultano in “Palazzo Salviati alla Lungara” quattro opere, un Ecce Homo in mezza figura con tre angeli, nella Camera delle Udienze, due Virtù e un San Giovanni a figura intera, che si trovavano nella camera del cantone verso strada accanto al Gabinetto.
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