Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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domenica 21 giugno 2020

Storia in net Work Marzo ed Aprile 2020





Rivista Informatica "Storia in NETWORK" (www.storiain.net), n. 275 del mese di aprile 2020:



“SPARTIZIONE DELLE SPOGLIE OTTOMANE”. Questo lavoro si lega, per certi aspetti, all’articolo dello scorso mese sulla continuazione del conflitto ad est, al termine della 1^ Guerra Mondiale ed ha lo scopo di completare il quadro del conflitto nello stesso periodo nello scacchiere mediorientale, per il periodo che va dall’Armistizio di Mudros del 1918, alla Conferenza di Sanremo ed al Trattato di Sevres, del 1920, fino al Trattato di Losanna, del 1923. Il saggio, nello specifico, prende in esame le vicende finali dell’Impero ottomano fino all’Armistizio di Mudros del 1918, che pone temporaneamente fine alle ostilità nel Vicino e Medio Oriente, fino al Trattato di Sevres che - basato sugli  accordi segreti anglo-francesi (Sykes Picot) del 1916 - ne sancisce la sua definitiva frammentazione. La successiva invasione greca dell’Anatolia e l’imprevista ed efficace reazione dell’esercito turco di Mustafà Kemal, faranno parzialmente saltare gli accordi della Conferenza di Sanremo e di Sevres e porteranno alla scomparsa dell’ipotesi della Grande Armenia ed alla nascita della Repubblica Turca con il Trattato di Losanna del 1923.



 “ROMA CONTRO I PARTI, UNA GUERRA INFINITA”. Il lavoro prende in esame un periodo di circa 300 anni della storia di Roma contro i Persiani Arsacidi e quindi contro i Parti, dal secondo triumvirato fino all’ultima conquista romana, nell’anno 283 della capitale persiana Ctesifonte, passata ormai sotto il dominio dei Persiani Sassanidi. Dopo la conquista e la pacificazione dell’Occidente, la ricerca della gloria per i Romani poteva essere esercitata solo ad Oriente e proprio contro i Persiani. Lo scontro, inizialmente episodico, si trasforma, a partire dalla guerra di conquista dell’imperatore Trajano, il “Parthicus”. Con Trajano, Roma raggiunge, nell’anno 116, il limite massimo della sua espansione, inglobando nel suo impero l’Armenia e la Mesopotamia, fino al Golfo Persico ed a Ctesifonte, la capitale di Parti. Trajano, in effetti, portava a compimento, nell’immaginario collettivo romano, gli sfortunati progetti di gloria militare di Crasso e di Marco Antonio, sulle tracce del grande Alessandro Magno. Le conquiste di Trajano, però, non potranno essere consolidate e si dimostreranno effimere, mentre lo scontro fra le due potenze dell’epoca si trasformerà in una guerra continua: una serie infinita di combattimenti, di avanzate (Commodo, Marco Aurelio, Settimio Severo) e di sanguinose ritirate, che provocherà un duro salasso di uomini e di denaro per Roma, ma anche l’esaurimento della dinastia dei Parti che, nel 224, verrà sostituita da quella dei Persiani Sassanidi. Questi ultimi, peraltro, continueranno con rinnovato vigore la loro opposizione al potere di Roma.     



-  Rivista Informatica "GRAFFITI on line" (www.graffiti-on-line.com), del mese di marzo 2020



- “JUGOSLAVIA LO STATO SCOMPARSO”. Il lavoro, vuole retrospettivamente effettuare un’analisi della scomparsa, avvenuta circa 21 anni fa, di uno stato artificiale, creato a tavolino alla fine della Grande Guerra, allo scopo del controllo dei Balcani, ma anche e soprattutto in funzione anti italiana. Un paese attraversato da profonde linee di frattura interne, tenuto in piedi da un regime autoritario ed antidemocratico, espressione, nei suoi gangli vitali, della maggioranza serba. In effetti, nel 1999, la guerra nell’ex Jugoslavia arriva al capolinea, grazie agli interventi armati votati dall’ONU, risultati decisivi. Tra gli altri provvedimenti, il territorio denominato Kossovo, abitato comunque da due differenti etnie, serba e albanese, viene posto sotto l’amministrazione ONU, mediante l’impiego di un Presidio armato, tuttora presente. Le questioni etniche, indubbiamente esistenti, sono spesso servite come strumento di lotte sanguinose. L’obiettivo di questa analisi è quello di ricordare, nel contesto della caduta dei regimi comunisti d’Europa, le responsabilità degli attori ed il processo di decomposizione dello stato ex jugoslavo. Scomparsa di un paese artificiale, sogno “piemontese” della Serbia, attraversato da molteplici linee di frattura: etniche, religiose, ideologiche, che non poteva durare e che, tra l’altro, nel quadro della pulizia etnica, “fiore all’occhiello dei popoli balcanici”, aveva introdotto, a pratica ordinaria, quella della eliminazione di massa, altrimenti detta delle “foibe”, tristemente patita, soprattutto dalle popolazioni italiane residenti in Istria, a Fiume e a Pola.

http://www.graffiti-on-line.com/home/opera.asp?srvCodiceOpera=1931


- “LA PESTE NERA DEL 1347-1452”. Il lavoro, prendendo lo spunto dalle vicende della attuale pandemia di Coronavirus, si ripromette lo scopo di tracciare, per sommi capi, lo sviluppo della più grande e catastrofica epidemia avvenuta in Occidente, nonché le condizioni socio economiche dell’epoca e dei comportamenti sociali di fronte al morbo. Il saggio cerca, in effetti, di evidenziare le problematiche sociali e mediche verificatesi (specie quelle che hanno favorito il diffondersi del morbo), ma anche le non poche analogie nei comportamenti sociali di fronte al fenomeno pandemia, con quelli riscontrabili anche oggi. Di fatto, verso la metà del 14° secolo, durante il periodo della Peste Nera (la più grande tragedia sociale della storia europea), scompare quasi la metà della popolazione d’Occidente.

http://www.graffiti-on-line.com/home/opera.asp?srvCodiceOpera=1932


Come al solito, nell’augurare a tutti una BUONA LETTURA, facilitata credo dall’invito a rimanere in casa per salvaguardare la nostra salute e quella degli altri, porgo ad ognuno di Voi i miei più affettuosi saluti ed auguri di Pax et Bonum.



Massimo IACOPI, Reggente Generale





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