Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

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lunedì 17 settembre 2018

Allori Alessandro di cristofano di Lorenzo detto il Bronzino (1535 -1607)




ALLORI, Alessandro di Cristofano di Lorenzo del Bronzino  ( 1535 - 1607)

di Adele Pizzullo

Nacque a Firenze il 3 Maggio 1535. Suo padre, un fabbricante di spade, morì quando aveva cinque anni e il pittore Agnolo Bronzino (1503-1572), si prese carico della famiglia e Alessandro Allori divenne suo allievo e figlio adottivo. Con il Bronzino, Allori si perfezionò nel disegno e nello studio dell'anatomia umana, ma in seguito,  per completare la sua formazione artistica soggiornò a Roma, dove fu influenzato dall'arte di Michelangelo. Allori al suo ritorno a Firenze diventò presto uno dei principali pittori della famiglia regnante di Firenze e direttore della fabbrica di arazzi fiorentini dei Medici.
Per lo studiolo di Francesco I de Medici, Alessandro Allori, intorno al 1570, eseguì la Pesca delle perle conservato a Firenze in Palazzo Vecchio con l'intero Studiolo.
Nei dipinti ed affreschi di Alessandro Allori compaiono spesso raffigurati oggetti in vetro, che consentirono agli storici d'arte di datare vetri simili a quelli delle collezioni medicee, e quelli appartenenti alle suppellettili scientifiche dell'Accademia del Cimento.
Utilizzò diverse suggestioni, per opere di differente contenuto: fiamminghe nel Ratto di Proserpina del 1570, michelangiolesche nella Pietà del 1571 nella SS Annunziata di Firenze, del Bronzino nella Sacra Famiglia del 1576 nella collezione inglese Hesketh, romane nelle decorazioni di Palazzo Salviati, di Andrea del Sarto nel Cristo e l'adultera di Santo Spirito e nel Cenacolo del Carmine; negli affreschi, del 1577, della cappella Gaddi in Santa Maria Novella, con le Storie di san Gerolamo rivaleggiò con le decorazioni della cupola di Federico Zuccari, richiamandosi al Muziano e a Correggio. L'Allori fu uno degli artisti più prolifici e attivo di Firenze alla fine del XVI secolo.
La sua opera continuò ad influenzare il mondo dell'arte italiana per oltre cinquant'anni dalla sua morte avvenuta a Firenze il 22 settembre 1607.


Nel testo "Palazzo Salviati alla Lungara" si nominano sette quadri dell'autore : La discesa al Limbo, 1578 (Roma Galleria Colonna), una Pietà con due Angeli e un ritratto femminile che si trovavano nella Camera delle Udienze, un Ritratto di donna, 1582 (Roma Galleria Corsini) che si trovava nella seconda anticamera accanto alla Cappella, una Pietà nella stanza del Camino, due Virtù nella camera del cantone verso strada accanto al Gabinetto.

Cristo morto e due angeli, 1582 ( Budapest, Museo di Belle Arti), è l'unico dipinto citato  in "Roma moderna".



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