Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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domenica 2 settembre 2018

Pittori a Palazzo Salviati II


ALLEGRI, Antonio detto il CORREGGIO (1489-1534)

di Adele Pizzullo



Nacque nel 1489 a Correggio, da cui il soprannome. Per studiare pittura si spostò a Mantova dove fu allievo, in giovanissima età, di maestri che gli inculcarono l'amore per il mito e la classicità facendogli nel contempo assimilare i caratteri di dolcezza della pittura emiliana del pittore Lorenzo Costa.
Dal 1503 al 1505 qualche storico lo pone a bottega da Francesco Bianchi Ferrara di Modena, altri lo pongono, almeno fino alla morte di Mantegna avvenuta nel 1506 nella sua bottega del grande pittore.
Dopo la morte del Mantegna, dopo aver lavorato alla sua Cappella funebre, sembra si sia spostato a Ferrara.
Nel 1514, un contratto lo incaricò di dipingere la Pala di San Francesco.
E' probabile che nel 1518 si sia recato a Roma per vedere gli affreschi delle Stanze Vaticane e della Cappella Sistina, la cui fama era arrivata anche al nord.
Nel 1519 si sposò con Girolama Merlini, dalla quale ebbe quattro figli.
A Parma, realizzò gli affreschi della "Camera della Badessa" e dal 1520 al 1524 affrescò per la Congregazione Benedettina la Chiesa di San Giovanni.
Correggio è stato un pittore con uno stile riconoscibile e originale, legato alla luce alla quale attribuì il ruolo principale all'interno della composizione, riuscì ad evidenziare, con le sue pennellate, la differenza fra luce terrena e luce divina che avvolge i Santi che pose nelle belle pale d'altare e nei molti dipinti.
Tra il 1526 e il 1530 si dedicò totalmente all'imponente opera di affrescare l'abside del Duomo di Parma, un affresco di ben 650 metri quadri con la magistrale della Assunzione della Vergine nella cupola.
Nel 1529 alla morte della moglie, rimasto solo, ritornò a Correggio dove realizzò opere, oggi perdute.
Antonio Allegri da Correggio, morì improvvisamente, nel marzo del 1534 a soli 45 anni, lasciando straordinarie opere in molti musei come la "Madonna di San Gerolamo" (1527, Galleria Nazionale - Parma), la "Adorazione dei pastori" (1530, Gemäldegalerie - Dresda), una scena notturna che è un raffinato esercizio di chiaroscuro e la serie di quadri, con scene mitologiche di raffinato erotismo, commissionati dal duca di Mantova come dono per Carlo V: "Giove e Io" (1532, Kunsthistorisches Museum - Vienna) e "Giove e Antiope" (1532, Louvre - Parigi).


Dal "Palazzo Salviati alla Lungara" risultano due quadri del pittore, una Leda e un Ecce Homo collocati nella Camera delle Udienze.

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