Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

Per la traduzione dall'Italiano in altre lingue e viceversa, utilizzare "Traduttore" situato alla fine della pagina del blog

venerdì 31 gennaio 2020

Le Padret II Comunicazione

POZZO DI BORGO, CORSO, NEMICO GIURATO DI NAPOLEONE”. Continuando ad indagare fra i nemici di Napoleone, stavolta mi sono interessato ad un suo lontano parente e compagno d’infanzia, che dopo essere stato anche compagno d’arme del futuro imperatore, ne diventerà il suo più acerrimo nemico. Entrambi eredi di due famiglie fedeli a Pasquale Paoli, il propugnatore dell’indipendenza della Corsica, dopo un periodo di collaborazione nella mancata conquista della Sardegna da parte dei rivoluzionari nel 1792, le strade dei due isolani si dividono. Carlo Pozzo di Borgo, sempre al seguito del Paoli, si schiera dalla parte degli Inglesi, determinando l’esilio dei filo francesi Bonaparte. Costretto, a sua volta, all’esilio alla riconquista francese del 1796, Pozzo di Borgo, laureato in Legge presso l’Università di Pisa, viene accolto, nel 1804, alla corte dello Zar per intercessione del principe Adam Jerzy Czartorysky, iniziando in tal modo la sua brillante carriera di diplomatico. Costretto nuovamente all’esilio a seguito alla Pace di Tilsit del 1807 fra Napoleone e lo zar Alessandro 1°, si rifugia a Vienna sotto la protezione del principe di Metternich, ma ancora una volta, nel 1810, alla stipula del matrimonio fra Napoleone e Maria Luisa d’Austria, Pozzo è costretto a nuovamente a fare le valige (l’imperatore francese ne chiede esplicitamente estradizione), stavolta per l’Inghilterra, dove entra in contatto con l’opposizione antinapoleonica e con lo stesso Luigi 18° Borbone. Dopo la Campagna francese di Russia, Pozzo rientra al servizio dello zar di Russia e sarà quello che, riuscirà a staccare il re di Svezia, Bernadotte, dall’alleanza con Napoleone, quello che seminerà zizzania fra i membri del clan dei Napoleonidi e quello che, dopo la Battaglia di Lipsia, convincerà gli Alleati a conquistare Parigi, determinando la caduta definitiva dell’imperatore francese. Fautore della Restaurazione del re Luigi 18° e critico della soluzione adottata all’Elba per l’esilio di Napoleone, Pozzo diventa emissario dei Russi presso il Congresso di Vienna. Dopo la parentesi dei 100 giorni, il diplomatico corso opererà con successo per la Restaurazione dei Borboni a Parigi e, soprattutto, per l’esilio del suo nemico personale sull’isola di Sant’Elena, diventando ambasciatore russo a Parigi e dimostrando, con tale atteggiamento da buon isolano, il suo irriducibile spirito di clan, basato su una memoria da elefante che non dimentica facilmente i torti subiti.  

-  “ALDO MANUZIO, EDITORE UMANISTA A VENEZIA”. Il saggio prende in esame la figura del grande editore ed umanista Aldo Manuzio, originario di Bassiano nel Lazio, che dopo un periodo trascorso come precettore dei figli di Leonello Pio, signore di Carpi, si trasferisce a Venezia, verso il 1489, dove trova l’humus favorevole alla realizzazione dei suoi progetti di umanista. Di fatto, la città lagunare dell’epoca, sebbene fortemente colpita dalla peste e dalle guerre contro gli Ottomani, è una città cosmopolita, crocevia culturale e scientifico fra l’Oriente e l’Occidente e costituisce una delle culle della cultura rinascimentale italiana in tutti i campi delle arti, specie nel campo della pittura e della stampa. Con l’aiuto finanziario di nobili eruditi veneziani, Manuzio apre una sua stamperia allo scopo di far conoscere al grande pubblico le opere dei grandi del passato. Ma i suoi meriti come erudito e benefattore non si fermano qui perché oltre ad aver trasformato il libro in uno strumento di cultura a buon mercato, egli riuscirà a  migliorare la tecniche della stampa, inventando il carattere italico e soprattutto le edizioni tascabili, in octavo, che consentiranno di leggere senza l’aiuto del leggio.

-  Rivista Informatica "GRAFFITI on line" (www.graffiti-on-line.com), del mese di ottobre- novembre 2019

-  BELLINZONA, SBARRAMENTO SFORZESCO NEL TICINO”. Durante un mio viaggio di tanti anni fa, in direzione della Germania, sono stato attratto, da militare, nei pressi della città di Bellinzona, nel Canton Ticino, da una lunga muraglia (La Murata) di collegamento fra tre fortezze a dominio della valle omonima. Le ricerche effettuate successivamente mi hanno fatto scoprire l’origine di questo imponente sbarramento difensivo, realizzato dai duchi di Milano nel punto strategico della valle, al fine di assicurarsi il controllo del corridoio alpino del San Gottardo, fra il Baltico ed il Mediterraneo e soprattutto per contrastare le velleità espansive dei Cantoni svizzeri. In effetti, la posizione di Bellinzona a sbarramento di due valli provenienti dalle Alpi (San Gottardo e San Bernardino), sin dal 1300 diventa un punto cruciale per il commercio transalpino ed il punto principale per la lucrosa riscossione dei pedaggi relativi da parte di Milano. Il complesso difensivo, dopo la caduta degli Sforza passa sotto il dominio del re di Francia. I Ticinesi, poco tempo dopo, per liberarsi dal dominio francese, chiamano in aiuto gli Svizzeri, cadendo, in tal modo. dalla padella nella … brace. Di fatto, cacciati i Francesi, gli Svizzeri rimarranno nell’area, trasformando il Ticino in una Colonia Svizzera, colonia che solo del 1798, con il passaggio di Napoleone si trasformerà in un Cantone elvetico a pieno diritto, che nel 1918 sceglierà, con un referendum popolare, di rimanere un cantone della confederazione elvetica e di non aderire allo Stato italiano.

- “EPOPEA BUGATTI, VELOCE E LUSSUOSA. Questo saggio vuole fare giustizia di alcuni messaggi subliminali della propaganda transalpina, che vogliono propagare nel mondo il marchio Bugatti come un ennesimo successo del lusso francese.  In effetti, il marchio Bugatti, prima di diventare italo francese, a seguito del passaggio della Lorena alla Francia al termine della 1^ Guerra Mondiale, è nato e cresciuto come fabbrica italo tedesca. Tutto nasce dal milanese Ettore BUGATTI, un giovane particolarmente versato nella meccanica che, nel 1901, con l’aiuto del mecenatismo dei conti Gulinelli di Ferrara, riesca a costruire nel 1901 un primo veicolo a motore a 4 ruote che viene premiato ad una esposizione a Milano. Su sollecitazione del barone Johann de Dietrich, il giovane “bauscia” viene invitato a trasferirsi in Alsazia, presso il suo nuovo mecenate, dove fonderà la fabbrica che, nel 1913, darà vita alla prima celebre Typo 13 Bugatti. Passata sotto la Francia, la Bugatti entrerà, per volontà del figlio maggiore di Ettorel’ingegnere Gianoberto Bugatti, nato in Germania nel settore dello sport, dove otterrà significativi successi nella Targa Florio, nella 24 Ore di Le Mans e nel 1° Gran Premio di Montecarlo. L’inizio del declino dell’azienda avviene nel 1939 con la morte di Gianoberto in un incidente automobilistico e diventerà con la morte nel 1946 di Ettore, naturalizzato francese l’anno precedente e costretto a subire un processo per collaborazionismo con i Tedeschi. Nel 1956 la Bugatti chiude definitivamente i battenti, lasciando il ricordo di gran parte della sua produzione presso il Museo della Città dell’automobile di Mulhouse in Alsazia.

- “DRAGONETTI-MILANOLLO, UNO STRADIVARI INCANTATO”. Il lavoro cerca di ripercorrere il percorso storico di un famoso Stradivari, il “Tramonto del sole” (dal rosso del legno utilizzato per la sua costruzione), fabbricato dal liutaio cremonese nel 1728. Uno strumento più che perfetto e suonato dai più grandi virtuosi del violino, da Viotti, a Paganini, a Menuhin. Il nome Dragonetti-Milanollo, con il quale è conosciuto lo strumento, deriva due suoi proprietari nel tempo: il compositore Domenico Dragonetti e da Teresa Milanollo, una virtuosa dello strumento, originaria di Savigliano. Passato dalla Casata principesca degli Anhalt Knoten, dove viene suonato da Bach e da Vivaldi, lo strumento passa alla corte di Francia e con la rivoluzione francese emigra in Inghilterra. A Londra il violino viene acquistato dal compositore Dragonetti, che lo farà suonare a Paganini. Nel 1846 lo strumento passa nelle mani di Teresa Milanollo, che lo farà ascoltare nelle sue tournée in Europa, sino alla sua morte nel 1904. Passato nelle mani di un altro famoso solista, Ferras, che poi lo cede al famoso collezionista, cardiochirurgo svizzero, Nicod, attuale proprietario.

Come al solito, nell’augurare a tutti una BUONA LETTURA, porgo ad ognuno di Voi i miei più affettuosi saluti ed auguri di Pax et Bonum nella prospettiva delle prossime Festività di Fine Anno..

Massimo IACOPI, Reggente Generale

PS. Il Direttore della Rivista Graffiti on line mi ha chiesto gentilmente di ricordare ai visitatori del suo sito di esprimere l’eventuale gradimento degli articoli con un “Mi piace (Like)” nel sito stesso. Grazie !!!

Nessun commento:

Posta un commento