Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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martedì 24 giugno 2014

2. PROBLEMATICHE IDRICO-GEOLOGICHE DI PALAZZO SALVIATI


CENNI STORICI SULL’OSPEDALE SANTO SPIRITO


 di Riccardo Arena
 
A Roma, in epoca remota, non esisteva una vera e propria assistenza per i malati. Le cure venivano praticate nell’ambito della famiglia dal “pater familias”. Già a partire dal III secolo a.C. nacquero luoghi pubblici dedicati all’assistenza ai malati. Una delle prime forme furono i templi o asclepei e le medicatrinae o tabernae mediche, cioè ambulatori annessi alla casa del medico dove si praticavano cure a metà strada tra sacralità e magia che avevano ben poco a che fare con la medicina intesa in senso moderno.

Funzionavano invece come ospedali i valetudinaria, grandi costruzioni per lo più private, non di derivazione greca ma istituzione prettamente romana. Erano presenti presso le grandi aziende agricole, le palestre e soprattutto presso gli accampamenti. Questi ospedali non erano aperti al cittadino comune, ma vi venivano curate solo le persone necessarie al buon funzionamento dello Stato: i servi delle aziende agricole, gli atleti e i militari.


Per avere l’ospedale gratuito e aperto a tutti bisogna aspettare quel cambio di mentalità che si verificò con il cristianesimo. Non a caso, si fanno risalire all’imperatore cristiano Costantino i primi esempi di ricoveri per malati, precursori degli ospedali moderni. Erano chiamati xenodochi. Nell’VIII secolo gli xenodochi accrebbero le proprie disponibilità, tanto che l’assistenza venne estesa anche ad altre fasce di bisognosi, come le vedove e gli orfani. La Chiesa ne riconosceva l’alto valore sociale di carità ed assistenza pubblica e s’impegnò nei vari Concili al loro mantenimento e alla loro diffusione.


La prima testimonianza sul cambiamento del nome risale al 724: in una carta di donazione di beni alla chiesa di San Quirico di Capannoli a Lucca troviamo citato un “ospitale”, e già intorno all’anno Mille si vanno sempre più diradando le notizie relative agli xenodochi, sostituiti ormai ovunque dagli “ospitali”. Tra gli ospedali più antichi di Roma troviamo l’
Ospedale Santo Spirito in Sassia (1198) per opera di Innocenzo III, le cui origini però si fanno risalire al 727 d.C. quando il re del Wessex, fondò la “schola saxonum”, cioè un albergo, ospizio, ospedale, chiesa e cimitero per accogliere gli Angli e i Sassoni che, dopo l’evangelizzazione da parte di Gregorio Magno, sempre più numerosi venivano a visitare le tombe apostoliche a Roma. Altre “scholae” di questo tipo sorsero un po’ ovunque a Roma: ve ne erano per i Frisoni, i Franchi, i Longobardi, gli Ungari, e perfino per gli Etiopi e gli Armeni, ed erano mantenute dai rispettivi paesi.

L’Ospedale, dopo varie traversie, tra cui un incendio che distrusse completamente l’originario edificio innocenziano, fu completamente ricostruito da Sisto IV tra il 1473 e il 1478.

 

 

L’acqua Lancisiana

Fin dal 1580 si parlava delle ottime qualità terapeutiche di un'acqua che sgorgava sulla riva destra del Tevere sotto al Gianicolo. Nel 1720 Lancisi, medico curante dell'allora Papa Clemente XI, G. F. Albani (1700-1721), canalizzò tutto il percorso naturale della sorgente, dalle pendici del Gianicolo, a ridosso delle rovine dell’antico Ponte Trionfale, fino alle immediate adiacenze dell'ospedale Santo Spirito (detto a suo tempo de’ Pazzi), costruendo una splendida fontana con pubblico accesso.









 Immagini dei resti del ponte Trionfale

 

Mascherone dell’antica fontana dell’Acqua Lancisiana

Cento anni dopo la fontana fu chiusa al pubblico per essere utilizzata ad esclusivo uso dell'ospedale. A seguito delle proteste dei trasteverini, nel 1830 fu costruita una nuova, piccola fontana a lato dell'ospedale, da cui tornò a sgorgare una parte dell'acqua terapeutica. Un ulteriore allargamento dell'ospedale, nel 1863, determinò lo spostamento della fonte quasi di fronte a palazzo Salviati. (Figura sotto)

 



Acquerello della fontana dell’Acqua Lancisiana  di Ettore Roesler Franz.

Sulla sinistra, un pilone del vecchio Ponte dei Fiorentini detto anche del Soldino (2)

 

Infine nel 1897, con la sistemazione degli argini del Tevere, l'acqua terapeutica tornò a scorrere, ancora per pochi decenni, da due nicchie ricavate a mezza altezza dei muraglioni, a cui si accede tuttora attraverso due scale simmetriche.  (Immagini sotto)
 
Immagine frontale delle due rampe facenti parte del complesso del Porto Leonino

( Ex approdo mercantile del Vaticano)

 

 

 

                          Immagini della nicchia  di destra dell’Acqua Lancisiana, ormai inaridita.

Fino a metà dello scorso secolo il luogo era meta usuale di coloro che riconoscendo le qualità terapeutiche dell’acqua, vi si recavano alla stregua di un luogo termale.



 

Mescita artigianale dell’acqua in prossimità della fonte durante gli anni ’50.

Sullo sfondo Palazzo Salviati, con i piloni del Ponte del Soldino.

 

Visione di Piazza della Rovere prima della creazione del la galleria Principe Amedeo ultimata nel 1942.

L’edificio sulla destra, prossimo alle mura, era lo stabilimento di imbottigliamento dell’Acqua Lancisiana.

Dagli anni '50 l’acqua non sgorga più dalla fontana per via delle infrastrutture edifica nella zona che per l’inquinamento della falda, ma si disperde liberamente nel terreno sottostante.

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