Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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venerdì 7 novembre 2014

FIDANI, Orazio ( 1606 - 1656) 

ricerca a cura di Adele Pizzullo

Orazio Fidani nacque a Firenze, nella parrocchia di S. Frediano, il 10 luglio 1606, da Matteo di Domenico e da Bernardina di Filippo Amadori. Pittore fiorentino della prima metà del Seicento, fu tra i protagonisti del naturalismo fiorentino, con Giovanni Bilivert di cui fu fidato allievo e collaboratore e con Francesco Furini. La sua pittura è caratterizzata dal modo romantico di interpretare sia le scene bibliche che quelle profane. In molti dei suoi dipinti, prevalentemente di grandi dimensioni, si notano indubbie influenze caravaggesche. Nel 1630 firmò per la chiesa di S. Maria a Pulicciano, presso Ronta in Mugello, la sua prima opera oggi nota, un'Annunciazione che deriva dal famoso affresco trecentesco della Ss. Annunziata di Firenze. Risale al 1634 la grande tela del Congedo di Angelica e Medoro dai pastori (Firenze, Galleria degli Uffizi), il cui soggetto, tratto dall'Orlando Furioso, sottolinea la sua piena partecipazione  ai temi della o favola barocca, tanto in voga a Firenze, derivati sia dagli scrittori antichi, sia dai poemi cavallereschi del Rinascimento. Del 1635 dipinse un Battesimo di Cristo nella parrocchiale di Celle presso Pistoia. In ambedue le opere il Fidani si mostra stilisticamente debitore del Bilivert. Con il 1640, anno della Morte di Didone, del Museo Tencalla a Bissone (Canton Ticino), inizia un decennio fecondo di opere che ormai denotano, insieme con la raggiunta autonomia stilistica, la ricerca di un linguaggio personale, teso a immettere nelle scene una maggiore circolazione di aria e di luce, di ricordo ancora lontanamente caravaggesco e guercinesco, attento tuttavia alle novità di artisti come il Furini o il Ficherelli e alla loro pittura morbida e talvolta sfatta. Viceversa nei quadri sacri della prima metà del quinto decennio - Resurrezione, 1642, nella pieve di Montopoli Val d'Arno; Estasi di s. Francesco, 1644, in S. Verdiana a Castelfiorentino; Visione di s. Antonio, 1644, in S. Francesco a Pietrasanta; Angelo Custode, in S. Regolo a Montaione - il pittore si attiene ancora a schemi iconografici strettamente cigoleschi e bilivertiani, anche se con caratteri più personali. Tra le opere di tema sacro, dopo le importanti tele del 1645, va innanzitutto ricordato il Martirio di s. Erasmo (Firenze, Depositi delle Gallerie fiorentine), firmato e datato 1646, e il quadro con I Ss. Michele Arcangelo, Giacomo, Stefano e Domenico, che  eseguì nel 1647 per la chiesa di S. Stefano a Montefioralle (presso Greve in Chianti), dove tuttora è conservato.
Nell'ultimo periodo della sua attività, fu impegnato soprattutto per la certosa del Galluzzo, negli immediati dintorni di Firenze, che fu certamente la sua impresa più complessa:  otto grandi tele collocate al di sopra degli stalli del coro (due con gli evangelisti S. Matteo e S. Giovanni, quattro con i Dottori della Chiesa; un quadro ottagono con l'Esaltazione di s. Bruno, e un altro pure ottagono con l'Elemosina di s. Lorenzo) eseguite tutte tra la fine del 1649 e l'estate del 1650. A questo gruppo si aggiungono altri quattro quadri più piccoli con Quattro santi penitenti (Giovanni Battista, Gerolamo, Antonio abate, Benedetto) del 1653. Nella medesima chiesa dette inizio nell'agosto 1653 alla decorazione della volta eseguendo entro il dicembre di quell'anno l'Esaltazione dei simboli della Passione di Cristo, nelle vele della campata centrale, quindi, nel 1655, la Gloria dei cori angelici, nella prima campata.
Morì a Firenze il 10 gennaio 1656 e fu sepolto nella chiesa dei Ss. Apostoli.
Nel testo "Palazzo Salviati alla Lungara" risulta un dipinto del Fidani: il Martirio di S.Lorenzo che era collocato nella prima camera verso strada.

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