Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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mercoledì 10 settembre 2014

Chiesa di San Giuseppe alla Lungara

Ricerca a cura di Luigi Marsibilio



Nell’area dell’ansa del Tevere, a ridosso del quartiere Trastevere, partendo da porta Settimiana si percorre via della Lungara, il lungo asse rinascimentale voluto da papa Giulio II (1508 – 1512). Prima delle opere di regimazione del Tevere era il solo asse urbano fra Trastevere e il Vaticano e costituiva una tra le più belle prospettive di Roma verso il fiume. Ai numeri civici 43 – 45 troviamo la chiesa di San Giuseppe alla Lungara e l’annesso convento. La chiesa, eretta nel 1734 durante il pontificato di Clemente XIII, su progetto di Ludovico Rusconi Sassi, subisce restauri nel corso dell’Ottocento, a cura di Antonio Cipolla; in particolare, nel 1872 viene ricostruita la cupola che era crollata. La facciata si sviluppa a due ordini e l’interno, a pianta ottagonale, richiama architettonicamente il San Carlino borrominiano, in cui prevale la stretta connessione tra la cupola ellittica su pennacchi e la parte del basamento, caratterizzata dal movimento di superfici piane e convesse. All’altare maggiore troviamo un dipinto di Mariano Rossi (1774) “Il sogno di S. Giuseppe”; dello stesso artista altri due dipinti sulle pareti laterali del piccolo presbiterio: a destra “La strage degli innocenti”, a sinistra “L’adorazione dei Magi”.  Sempre all’altare, altri due dipinti: a destra la “Deposizione dalla croce” di Nicolò Ricciolini, a sinistra la “Vergine con i Ss. Anna e Gioacchino” di Girolamo Pesci. In sacrestia si può ammirare un busto marmoreo di Clemente XI e nel soffitto un dipinto raffigurante “Il trionfo della chiesa” di Mariano Rossi.
L’attiguo convento, affidato alla congregazione dei padri Pii Operai, viene edificato nel periodo 1760-64 da Giovanni Francesco Fiori, con una bella facciata ricca di elementi decorativi. Nella cappella al primo piano, tutti i dipinti sono di Mariano Rossi.


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