Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

Per la traduzione dall'Italiano in altre lingue e viceversa, utilizzare "Traduttore" situato alla fine della pagina del blog

lunedì 22 settembre 2014

Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo

Ricerca a cura di Luigi Marsibilio





Giunti al termine di via della Lungara si entra in piazza Della Rovere. Tralasciando il primo palazzo a sinistra, palazzo Salviati, in quanto sarà oggetto di più ampia illustrazione in seguito, dalla parte opposta della piazza si trova l’ospedale Santo Spirito in Sassia con l’omonima porta che descriveremo in altro capitolo. A sinistra della piazza si inerpica verso l’omonimo colle la via del Gianicolo. Sul lato sinistro di questa via, seminascosto, c’è l’imbocco della salita di Sant’Onofrio, aperta nel 1446 dal girolamino Jacobelli, al termine della quale si ha di fronte la scalinata della chiesa omonima, preceduta da un sagrato erboso e che è delimitata su due lati da un portico rinascimentale con archi a tutto sesto su colonne antiche. Sul sito dove in seguito sarebbe sorta la chiesa di S. Onofrio, il Beato Nicolò da Forca Palena, nel 1419 fonda un oratorio, acquistando i terreni grazie alle elemosine dei fedeli. Nel 1439 inizia la costruzione della chiesa a partire dall’oratorio esistente e corrispondente alla attuale Cappella di S. Onofrio, che rappresenta quindi la parte più antica della chiesa. Nel 1517 l’edificio viene completato ma la realizzazione delle decorazioni interne si protrae per tutto il XVI secolo. La realizzazione del complesso monastico mostra caratteristiche architettoniche, stili e soggetti pittorici appartenenti sia al periodo tardo-medievale che a quello rinascimentale. La chiesa è a navata unica a pianta rettangolare absidata, con tre cappelle laterali sul lato est (entrando a sinistra) e due cappelle sul lato ovest (entrando a destra); sul lato corto a nord, sopra l’ingresso, si affaccia la loggia del coro collegata alla galleria porticata sovrastante il chiostro del convento. Nel 1527, durante il Sacco di Roma, un contingente di lanzichenecchi si stabilisce nei locali della chiesa. Nel 1849, durante la battaglia in difesa della Repubblica Romana, le campane della chiesa vengono prelevate per essere fuse ed utilizzate come proiettili da cannone. Fortunatamente Giuseppe Garibaldi risparmia la più piccola delle campane, la cosiddetta “campana del Tasso”. Nei diversi settori della chiesa si conservano importanti affreschi, in particolare: quelli del portico sono del Domenichino; quelli dell’abside di Baldassarre Peruzzi mentre quelli del bellissimo chiostro sono del Cavalier d’Arpino. Da un atrio a destra del portico si accede al chiostro che è a pianta rettangolare con arcate a tutto sesto su colonne più antiche sovrastate da una galleria porticata. Nelle lunette delle pareti sono visibili labili tracce di dipinti della metà del sec. XV che raffigurano scene della vita e della leggenda di S. Onofrio. Gli affreschi furono eseguiti per il giubileo del 1600 da Giuseppe Cesari, Sebastiano Strada e Claudio Ridolfi. Nell’annesso convento Torquato Tasso trascorre l’ultimo periodo della sua vita e la cella dove il poeta muore è stata trasformata in un piccolo museo. Nel museo Tassiano si conservano manoscritti del poeta, antiche edizioni dei suoi libri, la maschera mortuaria e la lapide tombale proveniente dalla chiesa dove il poeta è sepolto nella prima cappella a sinistra. Giacomo Leopardi, dopo aver visitato questo luogo incantevole e suggestivo, in una lettera indirizzata al fratello Carlo scrive: “ fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato a Roma”. Nel 1945, papa Pio XII concede all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro la chiesa e il convento di S. Onofrio al Gianicolo, forse proprio in onore della Gerusalemme liberata di tassiana memoria. Poco più in alto del convento è conservata la cosiddetta “quercia del Tasso”, sotto la quale sembra che il poeta andasse a contemplare e meditare. Il complesso è attualmente diviso fra i Frati dell’Atonement (a cui è affidata la cura spirituale della chiesa), i Cavalieri del Santo Sepolcro e l’Ospedale Bambin Gesù.



Nessun commento:

Posta un commento