Nota di Filippo Romeo*
Martedì
11 giugno u.s., all’interno del prestigiosissimo Palazzo Salvati sede del CASD,
ha avuto luogo la conferenza “America
Latina Isola di Pace” che ha visto coinvolti nelle vesti di relatori
illustri rappresentanti istituzionali e prestigiosi analisti, i quali hanno
messo in luce il processo di trasformazione che sta interessando il continente
latinoamericano. In particolare, si è posto l’accento sul fatto che nell’ultimo
periodo il processo di integrazione ha avuto un considerevole sviluppo
determinato, principalmente, dal nuovo assetto geopolitico che si va delineando
a livello mondiale. Tale nuova architettura, efficacemente riassunta nella
espressione “uni-multipolarismo”
(coniata dall’Istituto Alti Studi Geopolitici – IsAG –) ha rimescolato gli
equilibri geopolitici su scala mondiale e consentito al continente di
riemergere, ritagliandosi un ruolo da protagonista in chiara rottura con quella
tradizione colonialista che faceva dell’America Latina il “cortile di casa”
statunitense. Fondamentale, al riguardo, sono stati – per come magistralmente
evidenziato nel corso della conferenza dal Min. Plen. Carlos Cherniak (Ambasciata della Repubblica
Argentina) – il ruolo dei nuovi governi “progressisti” che hanno saputo
cogliere l’occasione per scompaginare la geografia politica della regione
creandole, al contempo, una ghiotta opportunità di decollo. In particolare,
l’Ambasciatore dopo aver messo in luce la drammaticità della crisi democratica
generata durante gli anni ‘80 e ‘90 del XX secolo dal “Consenso di Washington” –
che, com’è noto, ha marginalizzato i paesi latinoamericani e il ruolo dello Stato
– ha incisivamente osservato come la nuova epoca iniziata all’incirca con il
XXI secolo è stata attraversata da un’ondata di cambiamento «capace di spezzare quella asimmetria che
caratterizzava il rapporto tra Stati Uniti e i paesi latinoamericani». Tale
cambiamento – ha proseguito l’Ambasciatore – ha rappresentato l’incipit di un
processo di autonomia e di creazione di uno spazio comune da cui è nato
l’UNASUR. Emblematico a tal proposito è stato il ruolo avuto dall’Argentina che
è giunta ad assaporare un processo di trasformazione democratica «dopo una brutale dittatura civico-militare
che ha perseguito un processo neoliberista che ha portato, nel corso degli
anni, al default economico pagato a caro prezzo dal Paese». Su tale punto,
l’Ambasciatore, non si è risparmiato nel rimarcare il ruolo giocato dai vari «gruppi occulti di potere di matrice internazionale, tra cui spicca l’italiana
P2». Il Paese, infatti, ha reagito mettendo in atto un poderoso processo di
trasformazione democratica avvenuta per mezzo di una politica di Stato che,
onde evitare di cadere nelle trappole del passato, ha ridefinito il rapporto
fra potere civile e potere militare. Nel processo di sviluppo democratico e di
integrazione regionale il Min. Plen. Cherniak ha evidenziato che nell’ultimo
periodo l’Argentina ha fatto un grande lavoro nella cooperazione di difesa,
negoziando con il Cile i problemi di frontiera e creando una forza di pace
“Argentina-Cile”. Ha, inoltre, efficacemente evidenziato che oggi il Paese
gioca un ruolo importante nell’UNASUR e nel Consiglio di Difesa in ciò
coordinandosi anche con il Brasile in una condizione di assoluta parità.
Conclusivamente,
l’Ambasciatore nel trarre le fila del suo intervento e nell’informare che
presto a Buenos Aires avrà sede il “Centro di studi Strategici” avente la
finalità di creare una visione strategica improntata sui valori latinoamericani
(la cui creazione è stata di recente deliberata dal Consiglio di Difesa) ha
sostanzialmente rimarcato i progressi verso il processo di integrazione fatti
dall’America Latina e ha evidenziato il ruolo attivo tenuto dall’Argentina che
si appresta a divenire un protagonista della scena regionale.
*Filippo Romeo, ricercatore associato, Istituto di Alti Studi in geopolitica e Scienze Ausiliare, filippo.rome@istituto-geopolitica.eu. (www.geopolitica-rivista.org; www.istituto-geopolitica.eu.
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