Nota di Alessandra Caruso*
Nel corso della Conferenza “Sudamerica: isola di pace?”, organizzata dall’Istituto di Alti
Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) assieme a ISTRID e
all’Associazione Seniores dello IASD e ospitata dal Centro Alti Studi della
Difesa (CASD), l’intervento del Dott. Francesco Leone si è focalizzato
sull’analisi delle risorse strategiche boliviane. In particolare sono state
analizzate le potenzialità della Salar de Uyuni e la Salar de Coipasa, due
grandi saline presenti nel territorio boliviano al di sotto delle quali sono
presenti ingenti quantità di litio.
Il carbonato di litio è utilizzato dall’industria
farmaceutica per la cura di disturbi bipolari, dall’industria elettronica
per la produzione di batterie agli ioni
di litio e soprattutto in campo ingegneristico per la costruzione di
sommergibili e navicelle spaziali in virtù della capacità del litio di
assorbire anidride carbonica.
Il litio può essere considerata dunque una risorsa
strategica, ambita non solo dagli Stati Uniti ma anche dalle potenze asiatiche,
in particolare dalla Corea del Sud (a Uyuni) e dalla Cina (a Coipasa). Negli
ultimi anni ha avuto inizio una prima “industrializzazione” del litio che
garantisce la prima fase di lavorazione del prodotto in patria.
La Cina, in particolare, è divenuta uno dei principali
interlocutori boliviani per lo sviluppo e la partnership in campi strategici
grazie al trasferimento del know-how
necessario allo sfruttamento delle risorse. Nel 2011 è stato raggiunto un
accordo tra i due paesi per sviluppare un nuovo progetto satellitare, il “Tupac Katari”, finanziato all’85% dalla
Cina come credito. Il progetto ha lo scopo di munire la Bolivia di un proprio
satellite per le telecomunicazioni ed il lancio è previsto per il 2013.
La costante richiesta di litio boliviano fa luce sui
reali interessi della Cina verso le cosiddette “terre rare” - un gruppo di 17 elementi chimici utilizzati
dall’industria avanzata per la produzione di beni di largo consumo – al fine di
acquisire lo status di potenza innovativa entro il 2020 e di potenza
tecnologica nel 2050. La partnership tra
i due paesi pone dunque molti interrogativi alla luce di interessi privatistici
della Cina che rischierebbero di inghiottire il sistema boliviano.
* Dottoressa. Master in Strategia Globale e Sicurezza. (email:alexia.caruso@libero.it)
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