Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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giovedì 29 maggio 2014

Roma Moderna: Carlo Maratta

Ricerca a cura di Adele Pizzullo

Maratta, Carlo (1625-1713)

Nacque a Camerano, nei pressi di Ancona, il 18 maggio 1625, figlio di Tommaso (di natali dalmati) e di Faustina Masini.  Grazie al sostegno economico dell'amico di famiglia Corinzio Benincampi (segretario di Taddeo Barberini, nipote di Urbano VIII), appena undicenne il M. si trasferì a Roma dove fu ospitato dal fratellastro Bernabeo Francioni (pittore a sua volta, ma di nessuna fortuna). Subito dopo il suo arrivo, probabilmente nello stesso 1636, egli entrò a far parte della prestigiosa bottega di Andrea Sacchi, presso la quale rimase sino alla morte del maestro nel 1661: e di questo ben presto il M. divenne il migliore collaboratore e seguace, al punto di meritare il soprannome di "Carluccio d'Andrea Sacchi". I primi anni romani del M. furono altresì caratterizzati da uno studio caparbio dei testi chiave del Rinascimento maturo, in primis le opere vaticane di Raffaello, esempio affatto ineludibile stante la sua immediata adesione al paradigma classicistico. In stretto contatto con G. P. Bellori, che talvolta ne ispirò le composizioni, e con N. Poussin, nel 1650 esordì con la Natività (Roma, S. Giuseppe dei Falegnami) che attesta la sua adesione alla tendenza classicheggiante del tardo barocco romano. Protetto da Alessandro VII, lavorò prevalentemente a Roma dipingendo, con eleganza formale, grandi quadri d'altare: tra il 1653 e il 1656 circa per la cappella dedicata a S. Giuseppe nella chiesa romana di S. Isidoro, lo Sposalizio della Vergine per l'altare maggiore (requisita nel 1798 da parte dei francesi durante l'occupazione di Roma, in esecuzione delle clausole del trattato di Tolentino, e sostituita in loco da una copia) e le due laterali, il Transito di s. Giuseppe (pure trafugata nella stessa circostanza e sostituita da una copia) e la Fuga in Egitto; due lunette ad affresco, Il Sogno di S. Giuseppe e l'Adorazione dei pastor) e l'affresco della cupola con la Gloria di s. Giuseppe con angeli e santi; S. Agostino e il mistero della ss. Trinità, del 1655-56 circa, S. Maria dei Sette Dolori; Visitazione, 1656, Santa Maria della Pace, la pala con S. Pietro presenta alla Vergine cinque nuovi santi: Luigi Beltrame, Rosa da Lima, Filippo Benizzi, Francesco Borgia, Gaetano da Thiene, 1672, S. Maria sopra Minerva; Morte di S. Francesco Saverio, 1679, chiesa del Gesù; Gloria dei santi Ambrogio e Carlo, 1685-90, San Carlo al Corso,  cicli di affreschi celebrativi (Trionfo della Clemenza, 1673, Roma, palazzo Altieri; Nascita di Venere, 1680, Frascati, villa Falconieri) caratterizzati dalla grandiosità dell'impianto compositivo e da armoniosi accordi cromatici.
A partire dal 1666 il M. fu impegnato dal cardinale Antonio Barberini in un ciclo di tele dedicato agli Apostoli, che in origine era stato affidato a Sacchi (quasi tutti gli esemplari esistenti sono oggi conservati nella Galleria nazionale d'arte antica a Palazzo Barberini a Roma).
Morì a Roma il 15 dicembre 1713, le sue spoglie furono onorate con incredibile sfarzo e partecipazione. Un testimone illustre documentò come al funerale, "oltre alla gran parte della gente si romana che forestiera, concorsero anche molte signore e principesse, principi e prelati, coi nipoti di Sua Santità. Che, uniti tutti agl'Accademici di San Luca, fecero una sì pomposa mostra in tal funzione che più nobile non poteva farsi per ogn'altro meritevole personaggio" (Baldinucci, p. 305).

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