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giovedì 29 maggio 2014

Roma Moderna: Lodovico Cardi detto il Cigoli

Ricerca a cura di Adele Pizzullo
 
Cardi, Lodovico detto il Cigoli ( 1559-1613)
Lodovico Cardi detto il Cigoli (Cigoli di San Miniato, 21 settembre 1559 – Roma, 8 giugno 1613) è stato un pittore, architetto e scultore italiano. Fu attivo a cavallo tra il periodo del manierismo e il barocco. Formatosi a Firenze, sotto la guida di Alessandro Allori e Bernardo Buontalenti, operò a Parigi e negli ultimi anni della sua vita a Roma, durante il pontificato di Papa Paolo V Borghese. Fu compagno di studi e grande amico di Galileo Galilei. Durante la sua vita artistica si occupò di pittura, arti plastiche, anatomia pittorica, scenografia, letteratura e musica. Ebbe il merito di aver portato il manierismo a Firenze e di essere accolto tra i primi all'Accademia della Crusca. Negli ultimi anni della sua vita fu nominato cavaliere di Malta.
Il 3 aprile 1604 arrivò a Roma per rimanervi stabilmente, dove venne ospitato dai Medici e da Don Virginio Orsini. Questo sicuramente rappresenta il periodo nel quale il Cigoli raggiunse la sua massima espressione pittorica, al quale risale l'opera emblematica per eccellenza del Cardi, l'Ecce Homo, commissionato da Monsignore Massimo, vincendo la concorrenza del Passignano e del giovane Caravaggio. Strinse, inoltre, amicizie importanti con uomini illustri del mondo ecclesiastico, quali i cardinali Arrigone, Barberini, Del Monte, Montalto e Scipione Borghese, degli ambienti intellettuali e scientifici capitolini, come i sostenitori di Galileo nell'Accademia dei Lincei e artistici, quali soprattutto l'amico Passignano, i Carracci. Nello stesso periodo venne eletto all'Accademia di S. Luca.Fu costretto a lasciare nuovamente la città dall'autunno del 1604 al Maggio del 1606, anni nei quali fu di nuovo chiamato a lavorare per i Medici a Firenze, dove dipinse l'incoronazione di Cosimo I (Pisa, chiesa dei cavalieri), il Martirio di s. Giacomo (Polesine, chiesa di S. Giacomo), l'Adorazione dei Magi (per la cappella Albizzi in S. Pietro Maggiore a Firenze). Tornato nuovamente a Roma nel 1607, partecipò al concorso per la realizzazione della facciata di San Pietro, in preparazione del quale produsse una quantità innumerevole di modelli architettonici senza ottenere l'incarico.Il 21 settembre raggiunse,per l'ultima volta nella sua vita, Firenze dove depose il testamento e dipinse, tra il 1607 e il 1608, le ultime opere fiorentine: la Deposizione ( palazzo Pitti), la Carità (Palazzo Pitti), La vocazione di S. Pietro (Palazzo Pitti) e la Nascita della Vergine ( Pistoia, chiesa di S.Domenico) e per realizzare le scenografie in onore del matrimonio di Cosimo II con Maria Maddalena d'Austria.Nel 1608 fece ritorno a Roma, dove rimarrà fino alla sua morte in via della Sapienza, sede inoltre della sua bottega, nella quale hanno lavorato personalità del calibro di Domenico Fetti e Sigismondo Coccapani. Tra il 1608 e 1610 vennero a lui commissionate due opere di grandi dimensioni: il San Pietro che guarisce lo storpiato per la basilica vaticana e la Deposizione di San Paolo per l'omonima basilica fuori dalle mura, entrambe andate perdute a seguito del deterioramento dovuto alla scarsa qualità della base per la prima, e dell'incendio subito dalla basilica ostiense nel 1829.Nel 1610, in occasione della costruzione della grandiosa cappella in Santa Maria Maggiore voluta da Papa Paolo V Borghese, al Cigoli venne commissionato di affrescarne la cupola. L'affresco raffigurava la Vergine coronata da 12 stelle in piedi sopra la luna "col primo paesaggio lunare visto attraverso il telescopio di Galileo, nello stesso ano il cardinale Scipione Borghese gli ordinò di affrescare la loggia di un casino della sua villa al Quirinale, successivamente di proprietà dei Rospigliosi-Pallavicini. Il Cigoli decise di rappresentare quattro storie della favola di Psiche [15], opera che a seguito della demolizione del casino per consentire l'ampliamento di via nazionale furono portate nella Galleria Capitolina, nella quale in un primo momento vennero attribuite ad Annibale Carracci, poi scoperta in un angolo la sigla L.C. fu pensato di attribuirla a Lodovico Carracci zio di Annibale. Ma con la pubblicazione nel 1913 della biografia di Lodovico Cardi-Cigoli del 1628 (opera del nipote Giovan Battista Cardi e custodita nella Galleria degli Uffizi), venne alla luce una minuziosa descrizione dell'opera capitolina la cui consacrazione al Cigoli avvenne con la scoperta del poemetto inedito di ncesco Bracciolini dell'Api intitolato Psiche rinvenuto presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze: "Cigoli, la tua man pronta e spedita che il mondo errante imitatrice appella, genera veramente e non imita" [16] L'attribuzione fu successivamente confermata anche da studi effettuati da Anna Matteoli sul rapporto epistolare tra il Cardi e Galileo. Nell'aprile del 1613 venne nominato Cavaliere dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme.
Morì improvvisamente l'8 giugno 1613 all'età di 54 anni, a seguito di una febbre violenta.Il corpo venne sepolto in un primo momento nella chiesa di S. Giovanni de' Fiorentini. Successivamente le sue spoglie vennero trasferite a Firenze nella chiesa di santa Felicita

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