GALESTRUZZI
(Galestrucci), Giovanni Battista
Fonte: Dizionario Biografico
degli Italiani - Volume 51 (1998)
Nacque con ogni
probabilità a Firenze, come si deduce dalla qualifica di fiorentino talvolta
apposta accanto alla sua firma, nel secondo decennio del XVII secolo (Huber -
Rost, 1800; De Angelis, 1812). Accogliendo l'ipotesi di un suo alunnato a
Firenze presso F. Furini (Huber - Rost, 1800), è plausibile supporre che in
giovane età il G. avesse operato come pittore a Firenze per poi trasferirsi in
data sconosciuta a Roma dove lavorò per tutto il resto della vita. Fu membro
dell'Accademia di S. Luca e prese parte attivamente alla vita accademica,
puntualmente registrato fra i partecipanti alle congregazioni generali e
segrete dal 1654 al 1678; non è possibile tuttavia risalire al momento esatto
della sua elezione, al punto che la stessa Accademia, constatata la difficoltà
di rinvenire tale data, decise di stabilirla convenzionalmente il giorno 15
nov. 1654 (vol. 43, c. 188rv).Della produzione pittorica del G. si hanno notizie assai scarse. Tra le poche opere conosciute è il dipinto con S. Michele Arcangelo, datato (1655) e firmato, eseguito dal G. per la cappella omonima nella chiesa dei Ss. Iacopo e Lucia a San Miniato (Roani-Villani, 1991). Un altro dipinto, raffigurante la Comunione della Vergine per mano di s. Giovanni, attribuito in un primo tempo a Nicolas Pinson e conservato presso la cappella dell'ospedale St-Jacques ad Aix-en-Provence, è stato restituito, in seguito al restauro, alla mano del G. (Gloton-Rinville, 1990).
Di un ovato raffigurante una S. Maria Maddalena a mezza figura realizzato dal G. per l'Accademia di S. Luca non si ha più traccia: il 28 febbr. 1666 fu infatti messo in vendita insieme con altre opere, per "comprarne del ritratto di essi le stanze per esercizio degli studij" (voll. 43, c. 177v; 44, c. 32v): si tratta probabilmente dello stesso quadro del G. presente all'interno dell'Accademia in data 8 giugno 1664 (voll. 43, c. 161; 44, c. 9). Gli unici altri dipinti del G. di cui si ha notizia sono due tele di grande formato menzionate dal Titi (1763), che riferisce di averne preso visione in palazzo Salviati a Roma.
Del G. assai più conosciuta è l'attività di incisore. Al 1657 risale la prima serie di stampe incisa dal Galestruzzi. Si tratta di 267 acqueforti per il volume dell'antiquario senese Leonardo Agostini (Le gemme antiche figurate) destinato a descrivere un'ampia raccolta di cammei e gemme antiche conservate in alcune delle maggiori collezioni private romane. L'opera più nota del G. in veste di incisore rimane certamente la riproduzione ad acquaforte dei fregi affrescati da Polidoro da Caravaggio sulle facciate esterne di palazzo Milesi (Cesi - Lancellotti) in via della Maschera d'Oro a Roma, edita in questa città nel 1658 con il titolo Opere di Polidoro da Caravaggio.
Il 17 luglio 1678 il G. risulta per l'ultima volta fra i partecipanti a una congregazione dell'Accademia di S. Luca (voll. 45, c. 58; 46, c. 21). È possibile pertanto supporre che egli sia morto poco dopo questa data.
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