Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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martedì 14 ottobre 2014

BANDINELLI, Bartolomeo detto Baccio (1488-1560)

(ricerca di Adele Pizzullo)
Della famiglia Brandini, mutò poi il cognome in Bandinelli. Nacque a Firenze il 7 ottobre 1488 da Michelangelo di Viviano Brandini, orafo assai apprezzato presso la corte medicea. Si formò inizialmente presso un modesto pittore, Girolamo del Buda e fece a lungo pratica studiando e copiando i maestri del Quattrocento fiorentino. Iniziò la sua attività artistica come pittore probabilmente con poco successo: infatti nel 1512 ricevette la commissione dell'affresco con il Matrimonio della Vergine nel chiostrino dei voti della Santissima Annunziata, opera poi affidata al Franciabigio. Intanto dal 1508 era entrato nella bottega di Giovanfrancesco Rustici, scultore anch'egli prossimo agli ambienti della Santissima Annunziata. Nel 1515 Baccio ricevette la prima commissione scultorea: il San Pietro in marmo per il Duomo e nello stesso anno fu fra gli artisti incaricati di realizzare gli apparati effimeri per l'ingresso trionfale di papa Leone X Medici in città. Intorno al 1519 su commissione del cardinale Giulio de' Medici realizzò la statua di Orfeo che incanta Cerbero poi collocata nel cortile di Palazzo Medici. Fra il 1518 e il 1520 partecipò alla decorazione della Santa Casa di Loreto al seguito di Andrea Sansovino, come racconta il Vasari.
Intorno al 1520 andò a Roma per eseguire una copia del gruppo del Laocoonte da mandare in dono a Francesco I re di Francia. L'opera, interrotta per la morte di Leone X, venne conclusa nel 1525 e collocata nel giardino di Palazzo Medici a Firenze per volere del cardinale Giulio divenuto nel frattempo papa Clemente VII. Ancora nel 1525 il pontefice Medici commissionò a Baccio il pendant del David di Michelangelo raffigurante Ercole e Caco, da collocare anch'esso davanti a Palazzo della Signoria. L'artista realizzò l'opera in aperta competizione con il Buonarroti, che - a detta del Vasari - detestava. Lasciata interrotta l'opera nel 1527 in occasione della caduta dei Medici e l'avvento dell'ultima Repubblica, Baccio riparò a Lucca e poi a Genova. Qui ricevette l'incarico di realizzare Andrea Doria come Nettuno, scultura poi mai realizzata. Con il rientro dei Medici, anche Baccio tornò a Firenze e portò a termine l'Ercole e Caco nel 1534. Intorno al 1530 l'imperatore Carlo V lo insignì col cavalierato dell'Ordine di San Iago. Per il monarca l'artista fece un rilievo rappresentante una Deposizione . In tale periodo l'artista assunse il cognome "Bandinelli", con cui è noto .Morto Clemente VII, nel 1536 i Medici affidarono a Baccio i Monumenti sepolcrali di Leone X e Clemente VII da situare in Santa Maria sopra Minerva a Roma. L'opera interrotta e poi ripresa nel 1541, non fui mai portata a termine. Nel frattempo Cosimo I de' Medici, duca di Firenze, commissionò allo scultore il Monumento a Giovanni delle Bande Nere destinato a San Lorenzo, ma anch'esso mai concluso: alcune parti, fra cui la statua del condottiero, furono poi assemblate e situate nella piazza antistante la chiesa. Negli stessi anni il Bandinelli era impegnato nella sistemazione dell'Udienza nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, poi portata a termine da Vasari. Dal 1547 Baccio lavorò al coro del Duomo realizzando alcune parti e alcune statue non più in loco (la Pietà e il Dio Padre nel complesso di Santa Croce; l'Adamo e Eva al Museo del Bargello), per lasciare poi la realizzazione del resto all'allievo Giovanni Bandini.Nel 1548 scolpì un busto ritratto di Cosimo I, che fu preferito dal committente a quello realizzato da Benvenuto Cellini. Carattere ambizioso e litigioso, Baccio fu in aperta competizione con Cellini e Bartolomeo Ammannati.
A quest'ultimo lasciò la commissione della Fontana del Nettuno in piazza della Signoria, morendo nel febbraio del 1560. Fu sepolto nella chiesa della Santissima Annunziata. L'altare della cappella Bandinelli è ornato dalla Pietà scolpita dallo stesso Baccio in collaborazione con il figlio Clemente.
Dal testo "Roma moderna" risulta un quadro dell'artista a Palazzo Salviati, una Metamorfosi. Invece nel libro "Palazzo Salviati alla Lungara" il quadro risulta essere una Leda collocato nella stanza del Camino.

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