Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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martedì 14 ottobre 2014

DI TITO, Santi (1536-1603)


(ricerca di Adele Pizzullo)
Pittore e architetto nacque a Sansepolcro nel 1536, allievo di A. Bronzino e B. Bandinelli. Il riferimento all'arte fiorentina del primo Cinquecento e l'influsso degli Zuccari furono fondamentali per la sua riforma antimanieristica, che lasciò una forte impronta nell'ambiente artistico fiorentino. Si formò nella bottega di Sebastiano da Montecarlo ma poco è noto dei suoi esordi. Determinante fu il viaggio a Roma (1558-1564) dove si aggiornò sul linguaggio della scuola di Raffaello e su quello degli artisti con cui collaborò nei cantieri di Palazzo Salviati (1559), del Belvedere (1561-1562) e della Casino di Pio IV (1561-1565) in Vatican.Tornato nella città natale entrò nell’Accademia del Disegno e si occupò, nel marzo del 1564, della progettazione degli apparati funebri per le esequie di Michelangelo. Dopo una prima fase stilistica influenzata dalla maniera romana, il pittore si orientò verso un linguaggio più semplice ed essenziale, rifacendosi alla tradizione fiorentina dei primi decenni del secolo. Tra le opere più importanti eseguite a Firenze si ricordano: la Resurrezione in Santa Croce (1565), Le sorelle di Fetonte per lo Studiolo di Francesco I, la Resurrezione di Lazzaro in Santa Maria Novella (1576), il Martirio di santo Stefano nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (1579), Cristo nel Getsemani in Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1591) e la Visione di San Tommaso in San Marco (1593).
Un analogo linguaggio esplicitamente antimanieristico informa le opere architettoniche: a Firenze, l'oratorio della confraternita di S. Tommaso d'Aquino (1568-69), molto alterato; palazzo Dardinelli poi Fenzi; palazzo Zanchini (1583 circa). Inoltre, la cappella di S. Michele (1591, Colle di Petrognano in Val d'Elsa), con cupola che riproduce in piccolo quella brunelleschiana di S. Maria del Fiore; il convento di S. Michele alla Doccia (1599) presso Fiesole, villa Le Corti, la scalinata di palazzo Nonfinito, la sua casa-palazzo in via delle Ruote a Firenze.
Morì a Firenze il 23 luglio 1603.
Il testo "Roma moderna" cita un' opera del Santi di Tito che si trovava a Palazzo Salviati: una Sacra Famiglia, e inoltre la sua opera nell'altare e nelle pareti della Cappella. In "Palazzo Salviati alla Lungara" vengono menzionati due grandi ritratti alti più di due metri che si trovavano nella stanza del Camino e due Virtù collocate nella camera del cantone verso strada accanto al gabinetto





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