Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

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martedì 14 ottobre 2014

RENI, Guido (1575-1642)

(ricerca di Adele Pizzullo)
Pittore italiano, fra i maggiori del Seicento, nasce a Bologna il 14 novembre del 1575, ancora giovanissimo, espresse una naturale predisposizione al disegno .Accolto come apprendista nello studio del pittore fiammingo manierista Calvaert, Reni, attorno ai vent’anni aderì all’Accademia degli Incamminati, che i Carracci avevano aperto dal 1582. Dopo un periodo di lunghe esercitazioni riproducendo tra l’altro opere di Annibale Carracci, Guido Reni si distacca dall'influsso manierista e dal gruppo di artisti che ruotavano intorno ai Carracci. Nel 1602, il giovane pittore, che già lavora a commesse proprie, si reca a Roma per studiare nuove tecniche pittoriche, la lezione caravaggesca e completare la propria preparazione artistica, fra il 1604 ed il 1605 a Roma, dipinge per la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane, la Crocefissione di san Pietro, dove evidenzia un suo linguaggio personale, una sua ricerca estetica. Il pittore nel tentativo, comune al Caravaggio, di superare la finzione e l'artificiosità Barocca, aderendo alla realtà e rendendola più credibile, controlla e disciplina la composizione attraverso rapporti e regole di derivazione classicista. Guido Reni diventa l'interprete del gusto colto e aristocratico dei committenti romani, protetto da  Paolo V e da Scipione Borghese, divide la sua attività tra Roma e Bologna, dove si ferma definitivamente verso il 1620. Tra i prestigiosi lavori del Reni a Roma, si ricordano gli affreschi delle Sala delle Nozze Aldobrandine e della Sala delle Dame in Vaticano; le decorazioni nel Palazzo del Quirinale alla Cappella dell'Annunciata e alla Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore; l'Aurora affresco nel casino del Palazzo Rospigliosi Pallavicini, opera che risente dello studio della scultura antica oltre che della conoscenza di Raffaello e del Correggio.Tornato a Bologna, il pittore gode dall’entusiasmo suscitato dalla Strage degli Innocenti e dal Sansone vittorioso dipinti tra il 1611 e il 1612 e continua a lavorare a ritmo intenso per una clientela europea di altissimo rango, per la quale esegue dipinti, non solo religiosi, ma affronta anche tematiche mitologiche e letterarie, utilizzando un linguaggio teso in modo costante a teorizzare il bello nell'accezione di morale. Dipinge per il duca di Mantova la favola profana delle Fatiche di Ercole ora al Museo del Louvre a Parigi, Cristo al Calvario e Lucrezia. L'originale capolavoro della Pala della peste, dipinta su seta, come ex-voto per la fine della peste del 1630-31 dà inizio all’ultimo decennio di attività del Reni, del quale si ricordano Fanciulla con ghirlanda, opera significativa per conoscere il suo atteggiamento sperimentale nell'uso del colore, l'Adorazione dei pastori, 1640-42, ora alla National Gallery di Londra e Cleopatra, 1640-42, Pinacoteca Capitolina di Roma.
Guido Reni muore, dopo due giorni di agonia, il 18 agosto 1642, all’età di sessantasette anni ed il suo corpo è esposto al popolo per due giorni nella chiesa di San Domenico.
Nel testo "Roma modern"a si parla di una Maddalena a mezza figura che si trovava a Palazzo Salviati, come risulta anche dal "Palazzo Salviati alla Lungara" , nella Camera delle Udienze, si citano anche altre due opere dell'artista: una Madonna, che si trovava nella stanza del Camino e un San Francesco a figura intera collocata nella camera del cantone verso strada accanto al gabinetto.

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