Atto Costitutivo e Statuto della Associazione

L'Atto Costitutivo, lo Statuto della Associazione, la Scheda di Adesione sono pubblicati sotto la data del 2 febbraio 2013 di questo Blog

Per la traduzione dall'Italiano in altre lingue e viceversa, utilizzare "Traduttore" situato alla fine della pagina del blog

martedì 21 ottobre 2014

PALMA, Antonio
ricerca a cura di Adele Pizzullo
Appellativo del pittore Antonio Negretti o Nigretti (Serina, Bergamo, 1515 circa - Venezia dopo il 1575), padre di Palma il Giovane.
Il trasferimento a Venezia di Antonio dovrebbe collocarsi nell’estate del 1528. In questo periodo l’operato di Negretti dovette plausibilmente inquadrarsi all’interno delle pratiche della bottega di Bonifacio Veronese, con un ruolo gregario rispetto al maestro, l’unico esemplare autografo è costituito da una Resurrezione firmata «[Ant]onius Palma» (Stoccarda, Gemäldegalerie) .Sulla base del confronto con questa tela si è venuto precisando per via attributiva un piccolo catalogo (Westphal, 1931-32; con revisioni e integrazioni di Vertova, 1985), che comprende tra l’altro un’ulteriore redazione della Resurrezione (Dublino, National Gallery of Ireland), nonché un’Adorazione dei magi (Genova, Palazzo Rosso), un Ritorno del figliol prodigo (Roma, Galleria Borghese) e una Cena in casa del fariseo (Bruxelles, Musée des beaux arts), queste ultime contraddistinte da consistenti citazioni da opere di Bonifacio, cui a lungo sono state peraltro riferite. A questo gruppo è stato di recente proposto di associare anche un’Allegoria della fondazione di Roma, molto restaurata, ora a Kingston Lacy House (Bradley, 2004). Solo in seguito alla scomparsa di Bonifacio (ottobre 1553), e in concomitanza con la successione alla guida dell’atelier, la sua figura venne acquisendo progressivamente maggiore visibilità e autonomia. In questo periodo si registra anche l’ingresso nella Scuola Grande di S. Marco, di cui l’artista restò membro fino al 1562 (Koster, 2008). Di questi stessi anni è pure l’intervento nella sacrestia di S. Sebastiano a Venezia, costituito da una serie di teleri a soggetto sacro realizzati tra il 1551 e il 1555 su commissione dal priore Bernardo Torlioni. Contemporaneamente proseguì anche l’impegno per le magistrature civili di Venezia, per le quali a partire dagli anni Trenta l’officina bonifacesca aveva ottenuto una sorta di informale appalto esclusivo. Tra i teleri realizzati in questo periodo si ricordano una Regina di Saba davanti al re Salomone (1556) e un’Adorazione dei magi (1558), entrambe provenienti dal Monte dei Sussidi (Venezia, Gallerie dell’Accademia), nonché un’ulteriore Adorazione dei magi (1557-58) e una Visita della regina di Saba a re Salomone (1559-60) per la Zecca (ora in deposito nella sacrestia della basilica di S. Maria dei Frari a Venezia).L’ultima opera nota è costituita da un grande telero con Ester e Assuero (Sarasota, Ringling Museum of art) datato 1574, realizzato per un esponente della famiglia Contarini, di cui compare il blasone, e probabilmente destinato a una magistratura pubblica dell’area marciana o realtina.
Non si conosce con precisione la data di morte, avvenuta con ogni probabilità a Venezia, tra la metà dell’ottavo decennio e l’inizio del successivo, forse tra il 10 novembre 1578, quando Jacopo Palma il giovane si firma «figlio di messer Antonio» in una perizia per palazzo Ducale, e il 23 marzo 1585, in cui lo stesso Jacopo si dichiara «filius quondam Antonii» in un atto notarile. L’ultima testimonianza diretta è offerta dalla presenza della sua sigla in un documento della Scuola dei Pittori redatto nel 1575.
Dell'autore è citato nel testo "Roma moderna" un solo quadro che si trovava a Palazzo Salviati :
una Madonna col Bambino e San Giovanni Battista.

Nessun commento:

Posta un commento